Affari, servizi segreti e interrogatori: i legami tra Equalize e la squadra “Fiore”

Un interrogatorio. E un sequestro. Che uniscono, attraverso un intrico di relazioni e legami, la centrale di informazioni riservatissime di Milano con quella che ha sede in riva al Tevere. Lunedì mattina i pm di Roma, coordinati dall’aggiunto Stefano Pesci, hanno interrogato l’ex numero due del Csm Giovanni Legnini, indagato per accesso abusivo e rivelazione di segreto nell’ambito di un fascicolo scaturito proprio dalle inchieste sulle fabbriche di dossieraggio, Equalize e Squadra Fiore. Legnini, oggi commissario alla ricostruzione del sisma che ha colpito Ischia, è accusato di aver «compiuto un’intermediazione, per conto dell’immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, presso ufficiali della Guardia di Finanza ed ex appartenenti al corpo al fine di consentirgli di acquisire informazioni riservate sulle banche dati in uso al Corpo». Una circostanza emersa dai verbali resi dall’ex poliziotto Carmine Gallo, morto lo scorso 9 marzo, e dall’hacker Samuele Nunzio Calamucci e che sarebbe stata confermata dallo stesso Sbraccia, ai domiciliari per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nonché destinatario a luglio scorso dell’avviso di conclusione indagini su Equalize. Equalize, Ferraro sulla fuga di notizie: «A Fontana ho solo detto che Pazzali era chiacchierato». I pm: «Inverosimile» Rapporti d’affari Così, ieri, mentre Legnini era interrogato dai pubblici ministeri, a cui ha chiarito la sua posizione dichiarandosi estraneo ai fatti, i carabinieri del Ros di Roma eseguivano nei confronti dello stesso Sbraccia un decreto di sequestro preventivo per 13 milioni di euro. L’immobiliarista, in base a quanto emerge dal provvedimento del tribunale di piazzale Clodio, è indagato in concorso con un ex politico, Andrea Corrado Miotti, anche di truffa aggravata. «In qualità di presidente del consiglio di amministrazione e titolare della Fenice S.p.a. Società Benefit, mediante artifizi e raggiri finalizzati al riconoscimento del "superbonus 110%”, Sbraccia procurava per sé e per altri un ingiusto profitto pari ad euro 14.075.746, corrispondente all'importo di un credito fiscale fittizio». Tutto questo in relazione a un’operazione di riqualificazione sismica di un complesso immobiliare nella provincia di Milano, per la quale l’impresa aveva fatto accesso agli incentivi del governo. Inchiesta sullo spionaggio Equalize, il confronto tra Pazzali e Calamucci. Il “nodo” La Russa Affari, quelli di Sbraccia, su cui pertanto i magistrati stanno continuando a indagare. Pure, in base a quanto apprende Domani, per verificare l’esistenza di eventuali e presunti rapporti d’affari con Legnini. Sbraccia, più in particolare, è stato presidente fino a marzo 2025 della Fenice, società partecipata in Banca del Fucino spa. Da alcune affermazioni di Calamucci ai pm sarebbe emerso che «la Fenice faceva fatica ad incassare, anche presso la banca in cui era socio, che era la Banca del Fucino, da cui è stato introdotto da omissis e che attraverso omissis praticamente avrebbe potuto prendere dei lavori di ricostruzione a seguito delle sciagure, mi ricordo un'isola, forse Ischia non mio ricordo». Quale nome si nasconde dietro agli omissis del verbale? Le affermazioni di Calamucci sono da ritenere attendibili? Equalize, Ferraro sulla fuga di notizie: «A Fontana ho solo detto che Pazzali era chiacchierato». I pm: «Inverosimile» Le chat Intanto, oltre a questi, c’è un altro punto d’incontro tra l’inchiesta romana e quella milanese: è Rosario Bonomo, ex della Guardia di finanza ed ex agente dei servizi segreti interni, ma soprattutto esponente della Squadra fiore. Proprio secondo i pm capitolini Bonomo avrebbe svolto «in modo continuativo e in cambio di remunerazione» un servizio «comprensivo di acquisizione di informazioni dalle banche dati riservate sull’esistenza di segnalazioni e indagini nei confronti e in favore di Sbraccia». Quindi, informazioni segretissime e «protette da misure di sicurezza». Informazioni estratte illegalmente da banche dati in uso alle forze dell’ordine e poi vendute o trasmesse ai propri clienti. Era questo “il core business” della fabbrica milanese di dossier, Equalize. Ma evidentemente anche quello della squadra Fiore, su cui la procura di Roma sta indagando a pieno ritmo. Sulla squadra fiore i pm hanno depositato anche una serie di chat tra gli indagati eccellenti dell’inchiesta meneghina: quelle tra Calamucci e Vincenzo De Marzio, ma anche tra Calamucci e Gallo (la cui posizione è stata archiviata). «Fontana l’ha saputo da un avvocato»: Equalize, Pazzali “inguaia” il governatore Nelle conversazioni gli uomini che per lungo tempo hanno gravitato intorno alla centrale di dossieraggio dell’ex presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, fanno riferimenti all’Aisi e ai suoi vertici. Commentano notizie pubblicate sulla stampa e vecchie interrogazioni parlamentari. Ci sarà da capire perché i magistrati hanno deciso di focalizzarsi proprio su quei dialoghi. Cosa nascondono? Il mistero continua.