Il giorno dopo la notizia dei 14 licenziamenti tra i giornalisti dell’agenzia giornalistica Dire, è arrivato il fermo amministrativo da parte del ministero dell’Istruzione. A riferirlo è l’Ansa che cita fonti parlamentari secondo cui il dicastero avrebbe disposto un fermo per un importo ingente in relazione ai pagamenti effettuati dallo stesso ministero alla società editrice, la Com.e, pagamenti che sono oggetto di un procedimento penale. Infatti, la Com.e è rinviata a giudizio nel processo che vede coinvolto l’ex editore della società editoriale, Federico Bianchi di Castelbianco, nell’inchiesta che riguarda un giro di tangenti da 23 milioni in combutta con alcuni funzionari del ministero dell’Istruzione.

Il fermo impedisce il versamento dei contributi pubblici pregressi e futuri alla società Com.e e sarebbe stato quindi bloccato l’accesso alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale. Al momento, quindi, il ministero ha sospeso i pagamenti in attesa del provvedimento definitivo del giudice.

Domani aveva raccontato in un’inchiesta cosa stava accadendo all’Agenzia Dire con la nomina ad amministratore delegato di Stefano Pistilli, vecchia amicizia della famiglia di Roberto Fiore, il leader neofascista di Forza nuova condannato in primo grado per l’assalto alla Cgil, e il ruolo di consulente della società SiliconDev (che detiene il 95 per cento della Com.e) affidato ad Emilio Albertario marito della deputata leghista Simonetta Matone.

I licenziamenti

Soltanto poche ore prima, il comitato di redazione dell’Assemblea dei giornalisti aveva annunciato i 14 licenziamenti della società editoriale. «Il Comitato di redazione dell'agenzia Dire esprime rabbia e preoccupazione dopo l'arrivo delle lettere di licenziamento a 14 colleghi nell'ambito della procedura di licenziamento collettivo avviata dall'azienda nel settembre scorso», si legge nel comunicato. «Il Comitato di redazione stigmatizza la scelta dell'azienda di procedere ostinatamente nel taglio di personale, declinando la possibilità di percorrere strade alternative pur portate dalla delegazione sindacale al tavolo ministeriale. La trova poi quanto mai inopportuna e ingiusta per le tempistiche, con lettere che colpiscono i lavoratori e le loro famiglie proprio nel periodo natalizio. E ricorda la contraddizione evidente tra questi
licenziamenti e l'imminente arrivo del cospicuo contributo della Presidenza del Consiglio legato al nuovo decreto fondi per le agenzie di stampa, concepito proprio nello spirito di salvaguardare la forza lavoro nelle Agenzie».

Il comitato ha annunciato tre giorni di sciopero per il 29 dicembre, 4 e 8 gennaio.

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