Schiaffi, grida di scherno, gesti volgari a sfondo sessuale e una bottiglia di vetro scagliata a pochi metri per intimidirli. E poi quel grido, ripetuto più volte: “Free Palestine”. È il resoconto dell’aggressione aggravata da motivi religiosi capitata a Venezia nella notte tra domenica e lunedì scorso. L’episodio, finito al centro di una denuncia alle forze dell’ordine, ha immediatamente sollevato un coro unanime di condanne in città e nel paese. Le vittime sono una coppia di turisti (un cittadino americano e la moglie di cittadinanza israeliana), di chiara fede ebraica come testimoniava il tradizionale abbigliamento proprio della tradizione ortodossa.

I due turisti si erano fermati poco prima di mezzanotte e mezza in uno dei tanti chioschi di Venezia per comprare della frutta da mangiare per strada nei pressi della Strada Nuova, tra le principali arterie di collegamento dei flussi turistici in città. E, in passato, al centro di episodi di microcriminalità collegati al fenomeno dello spaccio. Pochi istanti prima di raggiungere il chiosco, i due turisti sono transitati vicino a un gruppo di una decina di uomini, di nazionalità tunisina, che si erano raggruppati in uno dei luoghi di maggior transito dove da tempo vengono segnalati dai commercianti della zona episodi di smercio di droga nel cuore della notte.

Forse un’incomprensione o qualche parola di troppo, fatto sta che ben presto il gruppo di dieci uomini, come riportato dalle vittime nel verbale di denuncia, si avvicina alla coppia e la prende di mira. I due provano ad allontanarsi ma vengono inseguiti. Volano parolacce e offese nei loro confronti, con tanto di gesti volgari. Vengono mimati atti sessuali all’indirizzo della turista. Finché il gruppo arriva ad accerchiarli. Mentre uno degli aggressori aizza contro i due turisti un rottweiler di grossa taglia, senza museruola, un altro allunga la mano in segno di saluto salvo poi prenderlo a schiaffi sulla faccia. Infine, prima di scappare via, un altro aggressore lancia una bottiglia di vetro verso i due turisti, senza colpirli ma comunque ferendo alla caviglia con un coccio di vetro la turista.

Ne nasce una fuga, nella quale il gruppo di dieci uomini incrocia una pattuglia della Guardia di Finanza che identifica tre aggressori. Gli altri, invece, riescono a dileguarsi. Qualche ora più tardi, la coppia denuncia l’accaduto alla polizia. Nei confronti dei loro aggressori, l’accusa è di minaccia aggravata dal reato di «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa».
Tre provvedimenti sono già stati presi nei confronti degli aggressori. Nello specifico, uno è già stato espulso in Tunisia; un altro è stato accompagnato nel centro di permanenza e rimpatrio di Bari, in attesa del rimpatrio in Tunisia; per il terzo, che si trovava regolarmente nel territorio del Comune, il questore di Venezia Gaetano Bonaccorso ha disposto il foglio di via obbligatorio.

Le reazioni

Quanto capitato nella notte tra domenica e lunedì, però, solleva forti preoccupazioni a Venezia. Si tratta infatti del secondo episodio nell’ultimo mese che vede coinvolti cittadini di religione ebraica. A inizio agosto, infatti, altri due turisti erano stati aggrediti nei pressi del ponte di Rialto.
Per questo motivo, è unanime in città il coro di condanna e l’invito a non abbassare l’attenzione sul rischio di episodi di antisemitismo in un contesto di crescente condanna dell’opinione pubblica alle violenze perpetrate dall’esercito israeliano verso la popolazione civile di Gaza. «In una città come Venezia, che da secoli è simbolo di incontro tra culture, religioni e popoli, questo episodio appare come un oltraggio alla dignità umana, un atto discriminatorio che tradisce la storia stessa della città, la sua vocazione al dialogo, alla pace e ai ponti tra comunità», la presa di posizione del presidente del Veneto, Luca Zaia.

Per la Comunità ebraica di Venezia, l’episodio fa emergere «un clima di intolleranza che oggi colpisce tutta la collettività veneziana». Il sindaco Luigi Brugnaro promette un «coordinamento ancora più stretto tra tutte le forze di sicurezza del territorio, a cui va il nostro ringraziamento per il tempestivo intervento, anche attraverso l’utilizzo della rete di videosorveglianza cittadina». Solidarietà alla coppia di turisti è arrivata anche dalla ministra del Turismo, Daniela Santanché, e dalla senatrice Maria Stella Gelmini.

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