Sono tante le manifestazioni di solidarietà arrivate da ieri nei confronti di Domani, dopo la richiesta di 100mila euro da parte dell’Eni per presunti danni reputazionali in seguito a un articolo a firma Alfredo Faieta pubblicato da questo giornale martedì 27 luglio.

Anche Libera Basilicata esprime solidarietà nei confronti del giornale e profonda preoccupazione per l’atteggiamento assunto dalla partecipata statale del petrolio Eni. L’associazione contro le mafie sottolinea come la redazione abbia respinto le intimidazioni al mittente e difendendo così il diritto a informare e a essere informati.

L’azienda afferma che sarebbe da tempo vittima di una campagna diffamatoria di Domani e poi avanza la richiesta di pagamento a titolo di risarcimento del danno che avrebbe patito, aggiungendo che altrimenti adirà le vie legali. Soldi da versare prima ancora di una querela, una sorta di richiesta di risarcimento di danni «preventiva», che tra l’altro non esclude che l’Eni possa successivamente procedere con una ulteriore azione legale.

Alle querele temerarie, strumento per cercare di mettere il bavaglio alla stampa libera, si aggiunge, così, una quanto meno bizzarra e nuova forma di quella che Libera Basilicata non esita a definire «intimidazione».

«Siamo solidali con Domani e con tutti i lavoratori e lo esprimiamo con forza da una terra, la Basilicata, che conosce molto bene la multinazionale Eni», dichiarano da Libera, contro cui, nel processo petrolgate a carico della multinazionale, ha anche richiesto di costituirsi parte civile.

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