La curva dei contagi continua a salire: ieri si sono registrati 39.811 nuovi casi di positività, il numero più alto di sempre e in crescita rispetto ai 37.809 del giorno prima. I tamponi effettuati, invece, sono stati 231.673, in calo rispetto ai 234.245 del giorno precedente, con un rapporto positivi/tamponi che sale al 17,1 per cento. In lieve diminuzione, invece, è il numero dei decessi: 425, rispetto ai 446 delle 24 ore precedenti. Il totale delle vittime, ora, è di 41.063.

La Lombardia, la regione più colpita dal virus e indicata come zona rossa dall’ultimo decreto, ha sfondato il muro dei diecimila, con 11.489 casi nelle ultime 24 ore: 1.500 in più rispetto al giorno prima e un rapporto di 24,9 per cento di positivi/tamponi. Sale a 610 il numero di pazienti in terapia intensiva e i pazienti Covid ricoverati negli altri reparti sono 5.813. A Milano sono stati segnalati 4.520 nuovi casi.

Anche in Veneto, zona arancione, si è registrato un nuovo record di nuovi contagi, con 3.815 nuovi casi per un totale di totale di 75.907, con 25 decessi, 1.410 ricoverati nei reparti ordinari e 187 nelle terapie intensive. Tuttavia, il governatore Luca Zaia ha detto che «non abbiamo in animo di mettere nuove restrizioni, pensiamo che siano sufficienti quelle attualmente in corso», aggiungendo che il sistema sanitario regionale veneto sta reggendo all’urto della seconda ondata. Il problema, secondo il presidente della regione, sono i pronto soccorso, «dove il numero degli accessi è il doppio, da ottobre, rispetto a quello della prima ondata. Chiediamo ai cittadini di evitare al massimo l’accesso ai pronto soccorso, lo si faccia solo in caso di necessità».

Anche a Napoli la situazione si sta aggravando. A comunicarlo è il sindaco, Luigi De Magistris, che in un video messaggio su Facebook ha detto che «la situazione soprattutto dal punto di vista sanitario è molto grave e ci preoccupa: nelle ultime 24 ore sono stati registrati oltre mille contagi, i pronto soccorso sono presi d’assalto, gli ospedali sono al collasso, i reparti sono in affanno, ci sono persone che hanno difficoltà a ricevere cure presso la propria abitazione e le ambulanze non arrivano». Per questo ha chiesto ai cittadini di «contenere il contagio rispettando regole, anche perché con la zona gialla bisogna rispettare delle prescrizioni che non sono particolarmente rigide».

Intanto, continua lo scontro a distanza col governatore Vincenzo de Luca: la Regione aveva invitato i sindaci a chiudere nel fine settimana i lungomare e i centri storici, De Magistris ha deciso di non farlo, nonostante l’affollamento sul lungomare di Napoli.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera ha difeso il criterio delle tre fasce in cui sono state suddivise le regioni e ribadito che «non c’è nessuna volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre. Non c’è alcun margine di discrezionalità politica nell’ordinanza». E ha aggiunto che non c’è margine per tornare indietro, perché «l’alternativa a questo sistema è chiudere ancora una volta il paese con danni enormi per tutti».

Una circolare del Viminale per i prefetti, infine, autorizza la possibilità di chiusura di strade o piazze prima delle 21, anche nelle zone gialle.

Allarme visoni

L’Organizzazione mondiale della sanità ha comunicato che in sei paesi tra cui l’Italia, Danimarca, Olanda, Spagna, Svezia e Stati Uniti è stata registrata la presenza di Covid nei visoni d’allevamento. La notizia è partita dalla Danimarca, dove le autorità sanitarie hanno segnalato 12 casi umani di Covid causati da uno specifico ceppo associato al visone d’allevamento. Per questo in Danimarca le autorità hanno annunciato l’abbattimento di tutti i visoni, oltre 17 milioni nel paese. Sebbene si ritenga che il virus sia ancestralmente legato ai pipistrelli, la sua origine e gli ospiti intermedi non sono stati ancora identificati.

Nello specifico, «i visoni sono stati infettati in seguito all’esposizione a esseri umani infetti», si legge in una nota dell’Oms. A far preoccupare è il fatto che il virus, quando contratto da questi animali, muta e diventa più dannoso.

Il nuovo ceppo, infatti, quando viene trasmesso all’uomo, provoca una minore efficienza degli anticorpi. Proprio questo potrebbe minacciare l’efficacia dei vaccini che sono in fase di sperimentazione. «Questa variante, chiamata Cluster 5, presenta una combinazione di mutazioni che non erano state osservate prima» e «le implicazioni non sono ancora del tutto comprese», scrive l’Oms.

 

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