La chiamano la città eterna. Amata dai turisti, invidiata da tanti, contraddittoria per i romani. Nel fine settimana sono tornate a farsi sentire le bombe, a far saltare le serrande dei negozi. È l’altra faccia di Roma, quella che ospita chi vive in periferia, nascosta alle spalle dell’altra metà che accoglie milioni di visitatori ogni estate nel suo centro storico, tra i disagi dei disservizi del trasporto pubblico e della nettezza urbana. Girare per Roma è un’odissea, ma la giunta del sindaco Roberto Gualtieri sembra vivere in una realtà parallela, come si deduce dai selfie e dai sorrisi pubblicati sui social network.

Della capitale, gli assessori della giunta guidata dal sindaco democratico mostrano solo una faccia: quella migliore. Nei profili Instagram dei politici compare una città che non esiste per gran parte dei romani, la cui realtà è invece plasmata da disagi, difficoltà e disservizi.

I filtri degli assessori

È una chiara scelta politica e comunicativa, che emerge persino dai nomi delle tante kermesse culturali che Roma ospita. E così l’assessora alle politiche della Sicurezza, attività produttive e alle pari opportunità Monica Lucarelli annuncia la “Rome Future Week”; allo stesso modo, l’assessore al Patrimonio e Politiche Abitative Tobia Zevi presenta “Felicittà”. Solo che la capitale è una città felice e proiettata nel futuro solo sulle loro pagine social.

Nei selfie con attori e cantanti pubblicati dal sindaco e dall’assessore ai Grandi eventi, turismo, sport e moda Alessandro Onorato, Roma appare come una città votata alla cultura e che punta sull’energia sostenibile. Una città in cui il nuovo regolamento che permette di installare in fretta e furia in vista del Giubileo 2025 circa cinquemila colonnine per le auto elettriche, diventa una grande notizia.

Nonostante la poca manutenzione delle aree pubbliche, la Roma secondo Instagram è una città dai grandi investimenti, un “cantiere a cielo aperto”. Così Gualtieri si fa ritrarre mentre inaugura nuovi progetti, come la costruzione della sede dell’Accademia costume e moda o quella del museo della Scienza.

Il Giubileo, del resto, porterà 1 miliardo e 800 milioni di euro. Una settimana fa, il sindaco ha inaugurato i primi due cantieri in centro. Eppure, c’è chi è convinto che Roma non riuscirà a completare tutte le 87 opere previste nel piano iniziale. Così come c’è sfiducia per la realizzazione in tempi giusti delle due fermate della Metro C di Colosseo e Piazza Venezia. Qualcosa che i romani aspettano da anni. Del resto, quando parla del museo della Scienza, è lo stesso Gualtieri a dire: «Stiamo procedendo a un ritmo serrato, fuori dalla tradizione di questa città».

Quali rifiuti

Da settimane i romani si trovano costretti a camminare in mezzo alla strada per via della spazzatura che dai cassonetti arriva sui marciapiedi. Una crisi che appare simile a quella vissuta con la guida grillina di Virginia Raggi. Cambia il sindaco, non la comunicazione grottesca che pubblicizza strade asfaltate, sotto le quali sono nascoste le difficoltà.

Soltanto tre giorni fa, Gualtieri vantava con successo l’arrivo di 27 nuovi mezzi per Ama, la società partecipata dal comune che gestisce i rifiuti e che lo scorso 14 luglio ha cambiato anche amministratore delegato.

I rifiuti sono nelle strade, non nel profilo Instagram dell’assessora delegata in materia, Sabrina Alfonsi, la quale posta invece la riqualificazione di alcune aree verdi, l’inaugurazione di aree fitness che neanche i romani sapevano di avere e si fa ritrarre sotto grandi alberi in vaso. Li ha fatti mettere alle fermate degli autobus, per donare ai cittadini un rifugio dal caldo - dice - durante le (lunghissime) attese alle fermate del bus. Una foto che pare un autogol. Lo scorso 17 luglio, l’assessora ha presentato al parco di Centocelle il “masterplan” per la riqualificazione dell’area che diventerà uno dei polmoni verdi principali della periferia. Ma a pochi chilometri di distanza sono tornate le bombe carta.

Le bombe

Tra venerdì e sabato due esplosioni si sono verificate nei quartieri di Centocelle e La Rustica, a poche ore e chilometri di distanza. La prima ha fatto saltare in aria la serranda di un centro estetico in via delle Robinie, la seconda è esplosa per strada in via Federico Turano.

Qui le forze dell’ordine, allertate dai residenti che hanno sentito una serie di colpi di arma da fuoco, hanno ritrovato per terra cinque proiettili. Le indagini sono ancora in corso per capire se i due eventi sono collegati o meno. A Centocelle non è una novità. La violenza si alterna a periodi di pace e tranquillità.

Dal 2019 al 2021 gli attentati hanno colpito due volte la Pecora Elettrica (un locale vicino al centro estetico colpito venerdì), una pizzeria, un pub e una palestra. Sei attentati contro gli esercenti in pochi anni, altrettanti quelli che non sono andati a segno.

Chi conosce il territorio racconta che l’apertura delle tre fermate della Metro C (Parco di Centocelle, Mirti, Gardenie) ha accelerato il processo di gentrificazione, portando nel quartiere giovani provenienti da aree più emarginate del quadrante Est della capitale. Sono state aperte dozzine di nuovi locali: bar, gelaterie e ristoranti, secondo gli inquirenti spesso luoghi di riciclaggio di denaro sporco. Insieme ai locali, spiegano, è aumentato anche il consumo di sostanze stupefacenti, soprattutto tra i minori.

Gli episodi di Centocelle e La Rustica si inseriscono in un quadro di periferia più complesso. Pochi giorni fa la giunta ha approvato un nuovo piano strategico per il diritto all’abitare, ma non bastano nuovi alloggi popolari per riqualificare i quartieri lasciati storicamente indietro. Mentre a Roma le organizzazioni criminali controllano parte del territorio con l’usura, l’estorsione e lo spaccio (anche nelle zone del centro), c’è una capitale che viaggia a una velocità diversa.

È l’altra faccia di Roma, quella che non appare nei luccicanti profili Instagram di chi governa la capitale.

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