Per Bruxelles la gestione dei flussi migratori è una priorità assoluta. Oltre a finanziare i governi della sponda sud del Mediterraneo – come Egitto e Tunisia – i 27 paesi membri hanno deciso di aumentare anche i fondi a disposizione dell’Agenzia per il controllo delle frontiere dell’Unione europea (Frontex) che sta diventando sempre più ricca. Per il 2024 l’Ue e i paesi dell’area Schengen, che contribuiscono al bilancio dell’Agenzia con 63 milioni di euro, hanno stanziato in totale poco più di 922 milioni di euro.

Lo scorso anno il budget complessivo era stato di poco superiore agli 829 milioni di euro, mentre nel 2022 ammontava a 693 milioni. In un solo anno Frontex ha visto aumentare i suoi fondi di 92,7 milioni di euro rispetto al 2023, un incremento superiore al 9 per cento. Il prossimo anno, secondo le previsioni di bilancio e il documento programmatico pubblicato a fine gennaio, avrà a disposizione la cifra record di oltre un miliardo di euro, mentre un’ulteriore incremento è previsto anche per il 2026.

L’organizzazione è da tempo al centro di critiche da parte di associazioni e organizzazioni che si occupano di assistenza ai migranti per via del suo operato. Diverse inchieste giornalistiche hanno fatto emergere il ruolo di Frontex nel coprire le violazioni dei diritti umani durante i respingimenti nel Mar Egeo tra Grecia e Turchia.

Le inchieste hanno portato a un’indagine interna da parte dell’ufficio antifrode (Olaf) dell’Ue e alle dimissioni dell’ex direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, ora candidato alle prossime elezioni europee con il Rassemblement national, partito della sovranista Marine Le Pen. A fine febbraio è stata chiusa anche l’indagine della mediatrice europea, Emily O’Reilly, sul naufragio di Pylos avvenuto in Grecia tra il 13 e il 14 giugno del 2023 e sulle responsabilità di Frontex. Secondo O’Reilly «le regole attuali non consentono all’Agenzia Ue di adempiere pienamente ai suoi obblighi in materia di diritti fondamentali».

Aumenta il personale

Come già accaduto lo scorso anno, nei conti economici dell’Agenzia europea, una delle voci che fa registrare un incremento rilevante è quella che riguarda il personale: da quasi 181 milioni di euro a oltre 225 milioni, con un aumento di circa 45 milioni di euro dovuto soprattutto al reclutamento di nuovo personale.

Se a ottobre 2023 l’Agenzia aveva 2.217 dipendenti, entro fine anno, secondo il documento programmatico per il prossimo biennio, ne assumerà altri 765 arrivando a 2.982 funzionari.

Di questi 1.958 sono membri dell’European standing corps (il cui budget è aumentato di 23 milioni di euro) e l’obiettivo futuro di Frontex è quello di raggiungere i 10mila agenti.

La maggior parte delle assunzioni arriveranno per i funzionari di categoria 1 che al momento sono 1.149. «Per il 2024, puntiamo ad aumentare il numero di ufficiali di categoria 1 nel corpo permanente a 1.500», spiegano da Frontex a Domani.

«Saremo ancora di più negli anni a venire con la creazione del corpo permanente della guardia di frontiera e costiera europea, il primo servizio europeo in uniforme di polizia», si legge negli obiettivi dell’Agenzia europea, la quale nove anni fa aveva soltanto 301 dipendenti.

«Nel 2024, si prevede una crescita netta di 459 posti autorizzati rispetto al 2023, seguiti da ulteriori 496 posti nel 2025 e da un ulteriore e un aumento di ulteriori 500 posti nel 2026, raggiungendo un’autorizzazione complessiva di 4.000 posizioni, in linea con il massimale previsto nel QFP 2021-2027», si legge ancora.

Non solo aumenti di personale. L’Agenzia ha a disposizione anche 17 milioni in più per la digitalizzazione e 6 milioni aggiuntivi per l’acquisto di equipaggiamenti. Dopo due anni con voce pari a zero, sono stati allocati anche 11 milioni come riserva precauzionale in caso di operazioni di sicurezza emergenziali. «È uno strumento di bilancio fondamentale che ci permette di adattarci rapidamente alle sfide emergenti alle frontiere esterne dell’Ue» spiegano da Frontex.

Frontex: Single Programming Document 2024-2026

I rimpatri

Una delle voci che ha meno fondi a disposizione rispetto allo scorso anno è quella che riguarda le attività di rimpatrio dei migranti verso i loro paesi di origine, attività che Frontex svolge fornendo supporto e coordinazione agli stati membri e a quelli di destinazione, ma anche organizzando i voli charter verso i paesi terzi.

Per il 2024 l’Agenzia prevede un abbattimento dei costi, con otto milioni di euro in meno rispetto al 2023, ma ha anche l’obiettivo di aumentare la copertura geografica dei paesi di rimpatrio portando a termine intese o accordi con stati con cui le interlocuzioni sono già avviate.

«L’adeguamento è stato reso necessario dai tagli dell’ultimo minuto al nostro bilancio complessivo, che ci hanno imposto di prendere decisioni difficili su dove allocare le nostre risorse in modo più efficace – risponde Frontex – Nonostante queste riduzioni, rimaniamo impegnati a gestire i rimpatri in modo efficiente e umano, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e in stretta collaborazione con gli stati membri dell’Ue».

Non è ancora chiaro, però, a quale tipo di «tagli dell’ultimo minuto» si riferisca l’Agenzia dato che il budget è in aumento da anni. Niente fondi a disposizione per la missione Africa/Frontex Intelligence Community (Afic) che per gli anni 2024, 2025 e 2026 risulta, stando a ciò che si legge nel bilancio, «ended».

Afic si è conclusa ufficialmente nel febbraio dello scorso anno ma c’erano ancora in corso trattative per il rinnovo. Il progetto, stando al documento programmatico di questo 2024, è tramontato. La missione era nata con l’obiettivo di fornire corsi di formazione ad alcuni paesi partner africani per realizzare report d’intelligence sul traffico di migranti nei paesi di origine e rafforzare così il contrasto all’immigrazione irregolare.

Domani aveva anticipato in un’inchiesta una serie di dubbi sull’efficacia del progetto implementato durante il mandato dell’ex direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, e sollevato come, in realtà, l’Agenzia di frontiera europea stesse di fatto formando esponenti di apparati repressivi stranieri (Tunisia, Egitto, Libia, Nigeria etc.).

Più operazioni congiunte

Per questo 2024 Frontex ha intenzione di aumentare le operazioni di controllo di frontiera con paesi terzi. Dopo aver concluso accordi con Albania, Moldavia, Montenegro, Macedonia settentrionale e Serbia, l’Agenzia vuole investire risorse per avviare missioni congiunte anche in Bosnia-Erzegovina, Nigeria, Mauritania e Senegal con l’obiettivo di contrastare l’aumento dei flussi nella rotta dell’Africa occidentale dell’ultimo anno. I piani futuri prevedono anche di sondare il terreno per operazioni in Gambia, Ghana e Guinea. Rimane invece invariato il budget allocato dall’Agenzia per le attività interne riguardante la tutela dei diritti umani. Poco più di 1.5 milioni di euro. Chissà, forse aumenterà il prossimo anno visto che secondo le previsioni di bilancio entro il 2026 i paesi membri verseranno nelle casse di Frontex 1.130 miliardi (esclusi i finanziamenti provenienti dai paesi dell’area Schengen).

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