Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso quarant’anni fa il 3 settembre del 1982.


Arrivano i primi poliziotti in via Carini, coprono il viso del generale e di Emmanuela con un foglio di giornale. Nessuno avverte i figli di lui, la famiglia di lei. Qualcuno lo apprende dalla tivù, altri dai parenti che telefonano. Telefonano per tutta la notte.

Sul muro accanto alla pasticceria attaccano un cartello: «Qui è morta la speranza dei siciliani onesti».

Davanti alla bara del padre, Nando dalla Chiesa piange.

«Si dia un contegno», gli sussurra il procuratore capo della repubblica Vincenzo Paino.

Sul feretro è appoggiata la corona di fiori del Presidente della Regione siciliana, Mario D’Acquisto. Rita dalla Chiesa la fa togliere. In campagna, a Prata, il padre ha ricordato ai suoi figli: «Nei delitti di mafia, la prima corona che arriva è quella del mandante».

Lo zio Romeo, il più piccolo dei fratelli del generale, arriva di notte a Palermo. Prova a entrare a Villa Pajno. Non ci riesce. Ordini superiori. Fanno entrare però – per prendere un lenzuolo e coprire i cadaveri di via Isidoro Carini – quell’economo della prefettura cacciato dal generale qualche settimana prima.

Fanno entrare anche un paio di uomini che non vengono registrati all’ingresso.

Agenti dei servizi? Carabinieri? Funzionari del ministero dell’Interno?

Qualcuno si infila nell’appartamento del generale e di Emmanuela, arriva fino alla camera da letto, apre la cassaforte e la svuota. Si porta via tutto. Lascia solo una scatola verde, di quelle che servono per custodire i biglietti da visita.

La chiave della cassaforte, il giorno dopo il delitto, non c’è.

Ricompare l’11 settembre nel cassettino di un secretaire.

Cosa rubano dalla cassaforte del generale dalla Chiesa? Quali documenti segreti ci sono? Le ultime indagini sulla mafia di Palermo? Gli accertamenti sui Cavalieri di Catania o sugli esattori di Salemi? Vecchie carte dell’Antiterrorismo?

«Una volta ho sentito il generale che diceva alla moglie: “Se mi dovesse succedere qualcosa, tu sai dove andare a prendere quello che ho messo nero su bianco”...», riferisce Vincenza Orofino, la domestica di Emmanuela.

«Forse i nomi dei mandanti in tre dossier del generale», titolano i giornali del 5 settembre, ancora ignari del mistero della cassaforte di Villa Pajno.

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