Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso quarant’anni fa il 3 settembre del 1982.


Un giorno vado a trovare padre Agostino Coppola, uno dei sacerdoti della chiesa di Monreale.

È agli arresti domiciliari allo «Zucco», una campagna che è un paradiso terrestre fra Carini e Montelepre. La tenuta – quasi 150 ettari, un castello, un baglio, le stalle, i silos per il grano, le cantine piene di botti, fontane di pietra – una volta era di uno dei duchi d’Orléans, adesso è di don Agostino costretto a stare qui perché in canonica gli hanno trovato i soldi dei riscatti dei sequestri di persona che l’Anonima di Luciano Liggio organizzava a Milano.

Lo trovo seduto davanti a un tavolo di legno sotto il pergolato. Si sta scolando in solitudine una bottiglia di vino nero come l’inchiostro.

Gli chiedo dei rapimenti.

«Sono malato», dice.

Gli chiedo di suo zio Frank «Tre Dita», il trafficante siculoamericano.

«Sono malato», mi risponde.

Gli chiedo di quando – nel 1974 – ha sposato Totò Riina e Ninetta Bagarella che erano latitanti.

«Sono malato», continua a ripetere.

Qualche mese dopo quell’incontro un amico medico di Palermo mi racconta che nel suo reparto è ricoverato un prete

mafioso. «È don Agostino», mi svela.

E aggiunge: «Sta tutto il giorno dietro a una mia collega, non la molla mai».

Quando padre Agostino Coppola guarisce il Vaticano lo sospende a divinis.

E lui si sposa con Francesca Caruana, nipote dei Caruana di Siculiana, i leader del commercio di eroina nel bacino del Mediterraneo La signora Caruana, una bella donna dai capelli rosso fuoco, faceva il medico in un ospedale di Palermo.

Palermo è sempre più nelle mani dei mafiosi. Imprese, cantieri, ristoranti, alberghi, mercati all’ingrosso, aziende agricole.

Ci sono poliziotti che si scambiano informazioni e cortesie con i boss, procuratori della repubblica che passeggiano a braccetto con il capomafia del paese, uomini d’onore che diventano uomini politici.

La mafia è Stato in Sicilia

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