Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la serie sull’omicidio di Mario Francese, quella sul patto tra Cosa Nostra e i colletti bianchi e quella sulla seconda guerra di mafia, si passa adesso al racconto dei Casamonica.

Entrare in rapporti con Casamonica significa abbassare la testa davanti al clan. Sottomettersi, diventare un suddito.

«I sudditi sono uno dei punti di forza dei Casamonica. Hanno un esercito e non si chiamano come loro, non appartengono alla loro famiglia. È la loro potenza vera, ma nessuno ne parla.»

A raccontarci dei soldati a disposizione della casata è un ragazzo che conosce a menadito il mondo della notte e che conosce bene i Casamonica, i loro sudditi e come agiscono. È sera, una di quelle piacevoli serate romane, dove la città in moto ti sembra quasi normale, godibile, e sul dueruote ti senti quasi invincibile.

Siedo a un tavolo di un bar, aspetto che arrivi l’uomo della notte. Si presenta con un pacchetto di sigarette e un accendino con lo stemma della Roma. «Che ti devo dire, che hanno occupato i quartieri. Da Spinaceto a San Basilio, dalla Romanina a San Giovanni. Dove non ci sono, ci arrivano. Hanno mani ovunque. Io li conosco, ho parlato con loro, ma anche con le loro vittime: i sudditi.»

Li chiama sudditi e ha un motivo. Si riferisce ai tanti ragazzi che fanno uso di droga e diventano spacciatori nella rete del clan, ma con un ingaggio inedito. «I Casamonica, gli Spada non ti vogliono spacciatore autonomo, ma suddito, a disposizione. Ti chiamano e ti danno tremila euro di roba, se tu non hai quei soldi, entri nel vortice: da quel momento sei spacciatore usurato, vittima e suddito per sempre.» E se i soldi li hai? «Fanno come se non li avessi. Ti danno più roba, devi uscire con la droga e con un debito, cosi allevano e controllano generazioni di ragazzi.» Altrimenti non si spiega il volume di affari impressionante.

Il racconto del pentito della ‘Ndrangheta

Il pentito Massimiliano Fazzari racconta agli investigatori: «Casamonica Pasquale detto Rocky, che era quello che vendeva la cocaina al dettaglio, mi disse che due, tre chili di coca al mese si vendevano come l’acqua. Se quello che la vendeva al dettaglio ne cedeva due chili al mese, è chiaro che Salvatore, quello che la acquistava all’ingrosso, trattava quantitativi ben maggiori».

Per farlo si avvalgono degli operai della morte che devono sottostare alle regole del clan.

«Nun piagne poi quanto te incontro» dice al telefono Ottavio Spada, detto Ciccillo, a uno spacciatore che doveva restituirgli cinquanta euro. La violenza contro le pedine inadempienti è all’ordine del giorno. «Tu prega li morti tua che nun te incontro che te faccio male» aggiunge in un altro sms Ciccillo è fin troppo diretto, tradisce una caratteristica dei Casamonica, quella di risultare placidi, perfino comprensivi. La loro è quasi sempre una minacciosa lamentela, quasi una preghiera per risultare in difficoltà e bisognosi di denaro. Un modo per dissimulare l’entità della richiesta e rimandare tutto ai colloqui di presenza, dove possono sfogare e mostrare la ferocia. Non c’è bisogno di risultare duri, bisogna assoggettare psicologicamente le vittime, sottometterle con il cognome che si porta, ridurle a sudditi incapaci di ribellione.

«Loro la mettono sempre sul pianto greco, il piagnisteo… gli zingari sono cosi, insomma… è che magari per terra hanno dieci milioni di euro e stanno morendo di fame. Hanno sempre questo piagnisteo che loro sono come i disperati, i morti di fame, ma fanno sempre finta», racconta il pentito Massimiliano Fazzari.

Sminuire per alleggerire la loro posizione nelle intercettazioni è uno dei metodi dei “nullafacenti”. C’è un altro metodo che consente loro di sfuggire alle indagini, un metodo, a tratti, infallibile: parlare la lingua dei rom e dei sinti, ma miscelandola con i dialetti regionali.

Testi tratti dal libro di Nello Trocchia "Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma". Testi, nomi e processi sono riportati nella serie del blog Mafie così come presentati nel libro, aggiornati dunque al 2019.

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