Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla relazione antimafia del 1976 scritta da Pio La Torre e dal giudice Cesare Terranova. Un documento che a circa cinquant’anni di distanza rimane ancora attuale.

In alcuni casi la mafia oltre ad avere il controllo sul collocamento ed elementi di sua fiducia in enti ed uffici pubblici ha assunto direttamente la gestione della cosa pubblica. A Riesi, il mafioso Antonio Di Cristina, componente del comitato provinciale della Dc, è divenuto sindaco del comune.

Il fatto che il partito nel quale militava era in posizione di minoranza nel consiglio comunale non lo ha scoraggiato. La corruzione di alcuni consiglieri eletti nelle liste del Pci e del Psi, una spregiudicata alleanza politica (dal Msi al Psdi) hanno consentito alla mafia di impossessarsi dell'amministrazione del comune di Riesi.

A Villalba primo sindaco del comune è stato, come già abbiamo visto, Calogero Vizzini. Da allora la gestione del pubblico potere in quel comune è stata sempre nelle mani di amministratori politici per lo meno ossequienti alla mafia. Attualmente ben quattro mafiosi, già imputati per lo attentato contro l’on. Li Causi, sono consiglieri comunali della maggioranza DC e precisamente Leone Salvatore, Fratarrico Luigi, Landolina Giuseppe e Scarlata Giuseppe. Il Leone è anche assessore ai lavori pubblici.

A Vallelunga, nell'immediato dopo guerra è stato sindaco il noto mafioso Lillo Malta, figlio del bandito Salvatore. In quel periodo lo stesso bandito, pur risultante detenuto nel carcere di Palermo, assolveva alle funzioni di amministratore dell’Eca. Un esposto inoltrato al prefetto, a suo tempo, da alcuni cittadini contro i criteri faziosi dell'uso dei fondi dell’Eca da parte del bandito-amministratore non si sa quale fine abbia fatto.

Successivamente, l'amministrazione comunale di Vallelunga è stata, salvo qualche intervallo, nelle mani di uomini espressi o sostenuti dalla mafia locale. L'attuale amministrazione è sostenuta dal gruppo mafioso Malta - Madonia - Sinatra. Presidente della Commissione per i tributi locali è il già citato mafioso Lillo Malta.

Tra i consiglieri comunali troviamo Sinatra Calogero, mafioso, componente del consiglio provinciale della Dc. Anche Mussomeli ha avuto sempre amministratori legati in vario modo alla mafia. Lo stesso Genco Russo è stato consigliere comunale insieme a Sorce Salvatore detto "Facciranni" e il già citato Castiglione Calogero detto "Farfareddu", entrambi mafiosi.

Uomini d’onore, ma anche politici

Attualmente presidente del l’Eca è Sorce Giuseppe, ex consigliere comunale, mafioso. A proposito della candidatura del capo mafia Genco Russo nella lista democristiana di Mussomeli dopo che la questione, la sera dell'11 ottobre 1960, fu sollevata alla televisione nella trasmissione di Tribuna elettorale, l'allora segretario provinciale della DC. on. Benedetto del Castillo, si affrettò a rilasciare una dichiarazione alla stampa nella quale affermava: «Si vuole fare assurgere a grande importanza un fatto che non ha suscitato in provincia nessuna impressione e reazione, il sig. Genco Russo era un cittadino come gli altri pertanto aveva il diritto di far parte della lista DC di Mussomeli».

Anche. Campofranco, prima dell'attuale amministrazione popolare, era amministrato da uomini collegati alla mafia.

L'amministrazione provinciale attuale è diretta dal cav. Raffaele Palletta, (fratello di Alfredo Falletta, (noto mafioso), che abbiamo visto implicato nel losco traffico delle false vendite di terre.

II consorzio di bonifica del Tumarrano che opera in un comprensorio di circa 100 mila ettari con un piano di bonifica di oltre 40 miliardi, ha avuto come vice presidente Giuseppe Genco Russo ed ha attualmente come vice commissario Natale Cicero, persona strettamente legata a Genco Russo.

Le casse mutue coltivatori sono state oggetto anch'esse di strategie di conquista da parte di mafioso Per conquistare o mantenere la direzione delle mutue sono state compiute in ogni elezione le più gravi violazioni delle leggi e delle norme di democrazia. Recentemente prima della scadenza dei termini, senza alcun preavviso, sono state effettuate le elezioni in diciannove mutue della provincia (in nessun altro comune d'Italia ancora sono state fatte le elezioni).

Le denunce anche in sede parlamentare contro queste prepotenze mafiose non hanno avuto, purtroppo, nessun esito. Conseguenza di tutto ciò è che la mafia ha nelle mutue coltivatori un altro centro di potere e di pressione politica. Parecchie mutue infatti sono dirette da mafiosi o da elementi legati alla mafia (Mazzarino, Vallelunga, Villalba, ecc.).

Alcuni dei personaggi che abbiamo visto dediti alle attività mafiose o di tipo mafioso sono stati insigniti di onorificenza.

Rileviamo per gli opportuni accertamenti il fatto che Calogero Vizzini era cavaliere, Giuseppe Genco Russo è cavaliere della Repubblica, Faletta Raffaele (quello delle vendite fittizie delle terre) è cavaliere della Repubblica, mentre tale Esposito, mafioso che opera a Caltanissetta, apparentemente addetto alle pubbliche relazioni, pare si faccia chiamare commendatore.

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