È partito stamattina, giovedì 7 gennaio, al liceo scientifico e istituto tecnico per geometri in lingua tedesca "Peter Anich" di Bolzano il progetto di test contro il Covid-19 all’interno degli edifici scolastici con l’aiuto di cani addestrati. Per mesi infatti gli animali, cani molecolari esperti già in servizio per la ricerca di esplosivo e droga, sono stati addestrati per una procedura ben precisa. La stessa che, stamattina, nel liceo altoatesino li ha portati a segnalare cinque casi sospetti. Gli studenti in questione, una volta sottoposti al test antigenico rapido (e volontario), sono risultati negativi. 

Nell’aula magna sono state depositate, all’interno di alcune vaschette di cartone, tutte le mascherine che gli studenti stavano indossando. I cani le hanno annusate e, in caso di sospetto caso di Covid-19, si accucciavano o colpivano il contenitore. «In Alto Adige – ha dichiarato qualche giorno fa l'assessore provinciale alla Salute, Thomas Widmann – siamo sempre pronti a sperimentare metodi riconosciuti che potrebbero aiutarci nella lotta alla pandemia. Il test attraverso il fiuto è molto promettente». Il coordinatore del progetto cani molecolari anti-Covid, Patrick Franzoni, ha sottolineato invece l'importanza di poter testare un grande numero di studenti in poco tempo. Nelle prossime settimane, in tutto l’Alto Adige, verranno addestrati a tale scopo 18 cani.

I cani anti-Covid

Come avevamo spiegato in questo articolo, le malattie alterano il metabolismo umano e questo può cambiare il nostro odore. Ci sono medici esperti che sostengono di essere in grado di “annusare” alcuni tipi di infezioni. Molti animali hanno un olfatto molto più sviluppato degli esseri umani e sono più sensibili del più esperto dei medici nell’accorgersi di variazioni nei cosiddetti composti organici volatili, le sostanze prodotte dal nostro corpo che generano odori.

I cani, che hanno 30 milioni di recettori olfattivi contro i nostri sei, vengono già usati con un certo successo per individuare alcune infezioni e tumori, mentre un tipo di ratto africano è capace di diagnosticare la tubercolosi meglio di alcuni test chimici. Ma nonostante alcuni successi di questi metodi, un articolo di rassegna pubblicato nel 2015 definiva la comunità medica «molto scettica» su questo tipo di diagnosi.

Anche per quanto riguarda i cani anti Covid al momento non c’è grande accordo tra gli esperti. Un solo articolo scientifico è stato pubblicato in proposito. Si tratta di uno “studio pilota” di un gruppo di ricercatori dell’università di Hannover, in Germania, che hanno addestrato otto cani facendogli annusare dei campioni prelevati dal naso e dalla bocca di pazienti Covid-19.

Dopo l’addestramento, i cani sono stati sottoposti a un test con una serie di campioni, alcuni positivi e altri negativi. I cani hanno identificato l’83 per cento dei casi positivi e il 96 per cento di quelli negativi. Se confermati, sarebbero risultati ottimi e non così distanti da quelli ottenuti con alcuni tipi di tampone.

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