Niente basket siamo inglesi. Ma pure niente pallavolo. E niente pallamano. Pallanuoto? Pochina. Benvenuti nel Regno unito dove inseguono una palla solo sui prati, uomini e donne, se è tonda giocando a calcio, se è ovale giocando a rugby. Il resto non esiste. Sbranato dai due sport nazionali. Neppure l’organizzazione dei Giochi 2012 è riuscita a cambiare il panorama.

Le ragioni

Qualche tempo fa il Wall Street Journal spiegò i motivi della mancata affermazione del basket in Inghilterra con la presenza di troppo verde. Con tanti prati a disposizione, o cerchi il gol o la meta. Quei pochi playground che si vedono ogni tanto sono occupati dai figli degli immigrati dell’Est. La pallanuoto è un’eccezione lontana. Tra il 1900 e il 1920 la squadra maschile vinse quattro ori consecutivi alle Olimpiadi, poi basta, spariti. Ma una radice esiste. Quella radice ha portato da qualche mese Kate Cutler, ventidue anni, a giocare in Italia.

Di “mestiere” sta in difesa, marcatrice di boa, si dice così, ma fa un sacco di gol. È anche a metà del suo percorso di studi in medicina. Le hanno permesso di fare tutto online, visto che la Netafim Bogliasco 1951 – Netafim, lo sponsor, è un’azienda israeliana specialista dell’irrigazione lenta in gocce – l’ha voluta a tutti i costi in Liguria, serie A1. Secondo Mario Sinatra, l’allenatore definito un mangiafuoco dal cuore d’oro, è una stella nascente. In uno sport che non se la passa affatto bene, per visibilità e denaro, sia in Italia sia in Gran Bretagna.

Da più di un secolo non c’è una nazionale britannica salita su un podio europeo, mondiale e olimpico in uno sport di squadra che non siano calcio e rugby. L’ingresso del cricket ai Giochi del 2028 di Los Angeles potrebbe ritoccare la scena. L’Inghilterra è stata campione del mondo nel 2019, per la prima volta.

Kate Cutler vorrebbe dare una spinta alla pallanuoto, ma per fare della pallanuoto una disciplina per cui la gente si strappi i capelli, quindi paghi, occorrerebbe un miracolo di Natale. «Se fai una politica pensando solo alla Nazionale e mai ai campionati, il movimento fatica – rimprovera Sinatra, facendo vibrare la barba modulata, alla Pericle – non è possibile darsi da fare soltanto per la punta dell’iceberg, lasciando squagliare tutto quello che sta sotto. Abbiamo piscine vecchie e fatiscenti, nessuno aiuta a mantenerle, finisce che chiudiamo la baracca»,

Kate e l’Italia

Kate spiega che nel suo paese non è tanto diverso. Però gli impianti sono bellissimi. La pallanuoto è innanzitutto una passione. Altrimenti non avrebbe accettato questa sfida italiana per 600 euro al mese. E allenamenti più pesanti, aggiunge Sinatra, degni di un calciatore professionista. Con la nazionale inglese andrà agli Europei: si dovevano giocare in Israele, ma a causa della guerra con Hamas si disputeranno dal 5 gennaio in Olanda.

Kate viene da Bristol, a sud ovest del paese, adagiata tra le rive del fiume Avon, con le sue architetture georgiane e vittoriane, il porto, che divenne tristemente famoso per la tratta degli schiavi africani, e quelle magnifiche opere di Banksy, nato proprio lì. «Vorrei lavorare in un pronto soccorso, aiutare chi sta peggio degli altri malati, quelli che arrivano messi male e senza più speranze», racconta. Le piace The good doctor, la serie americana sul medico geniale, affetto da sindrome di Savant, che con le sue intuizioni visionarie alla fine riesce sempre a risolvere i casi più difficili.

Pionieri ma immobili

La pallanuoto inglese ne avrebbe bisogno, sebbene questo sport sia nato a quelle latitudini, in Scozia. I pionieri erano galeotti: venivano buttati in mare o in qualche fiume purché si lavassero, loro si lanciavano palle di vestiti, scoprendo che era bello passarsele e segnare da qualche parte. Ci pensò mr. William Wilson, nel 1887, a fissarne le regole.

Magari uno come lui occorrerebbe anche oggi. Kate dice che non sa se nel suo futuro ci sarà l’Italia. I genitori sono venuti il mese scorso. Sono contenti che stia qui, e che pensi soprattutto a studiare. Intanto Bogliasco, il suo borgo antico e il mare della Riviera con uno slancio di genio, tra un allenamento, una palombella e i libri di anatomia, può ricordarle un pochino Bristol.

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