La procura di Genova ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per frana colposa per il crollo di una parte del cimitero di Camogli. Nel mirino degli inquirenti ci sono anche i lavori che erano stati fatti da poco.
Da una prima ricostruzione il crollo sarebbe stato causato dal cedimento di una falesia sottostante al cimitero, uno dei più suggestivi della riviera ligure. Una volta sgretolato, il terreno si è portato con se una porzione della struttura.


I sommozzatori dei vigili del fuoco, che stanno effettuando le ricerche in coordinamento con la protezione civile, hanno riferito che sono circa duecento i feretri interessati dal crollo e sono conservati in bare o cassette da ossario.

Finora sono stati recuperati dieci di loro e posizionati in una struttura predisposta appositamente dalla protezione civile in attesa di una nuova sistemazione. Il recupero più difficile, anche per via della corrente, riguarda quelle bare che sono incastrate negli scogli e per le quali ci vorrà più tempo.

Il rischio di nuovi crolli

I tecnici stanno monitorando l’area e nella notte sono stati avvertiti alcuni piccoli movimenti. L’intera zona è stata chiusa e interdetta, ma non si esclude la possibilità di un nuovo crollo.

Non preoccupa soltanto il camposanto, ma anche la strada provinciale e alcune abitazioni limitrofe che si trovano sulla stessa falesia. 

Tino Revello, assessore ai Lavori Pubblici del comune di Camogli, ha riferito all'Ansa che la zona era sotto controllo da tempo ed erano in corso lavori per il consolidamento della falesia rocciosa sotto al cimitero: «l’area era stata anche transennata perché negli ultimi giorni si erano uditi strani scricchiolii».

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