Il primo a denunciare è stato venerdì scorso Francesco Cancellato, direttore di Fanpage. Poi è stata la volta di Luca Casarini, già leader del movimento no-global, fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans, una delle ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. A entrambi è arrivato lo stesso messaggio da Meta: «A dicembre WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l'accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo».

Qualcuno aveva usato Whatsapp per installare un software nel loro telefonino, spiarlo e controllarlo da remoto. Un attacco molto subdolo perché il bersaglio inconsapevole non ha modo di difendersi, il software si installa senza che lui abbia cliccato o aperto nulla. Lo spyware in questione sarebbe Graphite della società israeliana Paragon, che dopo l’uscita della notizia – riporta il Guardian citando una persona a conoscenza della questione – ha interrotto i suoi rapporti con l'Italia. La fonte del Guardian ha spiegato che la Paragon aveva inizialmente sospeso il contratto con l'Italia «per estrema cautela» venerdì scorso, cioè quando è emersa la prima accusa di potenziale abuso dello spyware. La decisione di rescinderlo, ha aggiunto, è stata presa mercoledì 5 febbraio, dopo che la società israeliana ha stabilito che l'Italia ha violato i termini di servizio e il quadro etico concordato nell'ambito del suo contratto.

La Paragon Solution vende il suo software a clienti governativi che dovrebbero usarlo per prevenire attività criminali, scrive il Guardian, aggiungendo che non è chiaro chi fossero i clienti governativi specifici dietro i presunti attacchi.

Il caso in parlamento

Ma chi aveva preso di mira attivisti e giornalisti? Casarini pensa subito ai servizi e chiede se il governo «ha autorizzato una simile operazione? I servizi segreti italiani si avvalgono del software Paragon?». Il caso finisce in Parlamento. Sandro Ruotolo (Pd) domanda: «Il governo smentisce di aver spiato giornalisti e attivisti? E se non c'entra nulla, come intende tutelare i giornalisti italiani da questi attacchi?»; mentre Marco Grimaldi (Avs) alla Camera accusa: «Quello che è successo a Luca Casarini è di una gravità inaudita. Intimidiscono, spiano e minacciano chi salva vite» mentre, riferendosi al libico Almasri, «liberano e portano sui jet i torturatori e stupratori di bambini, quelli che gestiscono davvero la tratta dei nuovi schiavi».

Interviene Palazzo Chigi

Sul caso in serata interviene Palazzo Chigi per smentire il coinvolgimento dei servizi italiani e condividere alcune informazioni. «In merito a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa su presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell'informazione, la Presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell'intelligence, e quindi del governo».

«Trattandosi di una questione che il governo considera di particolare gravità, è stata attivata l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che dipende dalla presidenza del Consiglio. Acn ha interloquito con lo studio legale Advant, incaricato dalla società WhatsApp Ireland Limited: emerge che le utenze italiane interessate finora appaiono essere sette. Non è stata comunicata ad Acn l'identità dei titolari di tali utenze, che sono stati informati direttamente dalla stessa società, a tutela della loro privacy».

La presidenza del Consiglio conclude mettendosi a disposizione del Copasir, l'organismo parlamentare preposto al controllo dell'attività dei servizi, per ulteriori chiarimenti.

Chi è stato spiato

Le persone prese di mira dallo spyware dovrebbero essere una novantina, quasi tutti del mondo del giornalismo o dell'attivismo. Secondo la presidenza del Consiglio oltre ai 7 italiani ci sono utenze con prefissi telefonici riconducibili anche a Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia. «WhatsApp Ireland Limited è la società di Meta che opera nel mercato europeo, il che spiega perché le informazioni emerse riguardino esclusivamente Paesi dell’Unione Europea», scrive Palazzo Chigi. 

L’unica ragione per cui le vittime si sono accorte di essere monitorate è stato il messaggio di Meta.  Che in una nota ha denunciato pubblicamente l’uso del software spiare «membri della società civile». Indirettamente vengono accusati gli Stati che da Paragon hanno comprato il software. In primis gli Stati Uniti e non meglio specificati "stati alleati", come dichiarato dalla società. La stessa Paragon che nelle scorse settimane sarebbe stata acquistata da una società di private equity americana per 900 milioni di dollari.

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