- Il nostro rapporto con la morte era già monco e irrisolto quando avevamo tempo di riflettere e modo di tenere per mano persone affette da malattie incurabili.
- Ora, ci troviamo con esplose tra le mani le cifre impensabili dei morti per Coronavirus, persone che spariscono dalle nostre comunità di riferimento in modo spesso fulmineo e senza il conforto della vicinanza fisica.
- In questo contesto viviamo combattuti tra due fattori opposti e complementari. Da un lato c’è l’importanza di insistere sul mantenimento della memoria. Dall’altro c’è la necessità di riconoscere il diritto a una stanchezza emotiva profonda.
Centomila morti, il numero che certifica la nostra incapacità di pensare la tragedia
08 marzo 2021 • 20:44Aggiornato, 08 marzo 2021 • 20:45