Secondo Vladimir Rogov, rappresentante dell’amministrazione filorussa della regione Energodar, che comprende Zaporizhzhia, i bombardamenti dell’esercito ucraino avrebbero colpito il tetto dell’edificio n.1 della centrale nucleare. Nell’edificio si troverebbe immagazzinato materiale radioattivo per alimentare i reattori, riferisce l'agenzia russa Ria novosti. Sempre secondo agenzie russe per colpire la centrale sarebbe stato usato un obice di fabbricazione americana, in quello che viene raccontato come un bombardamento continuo e massiccio da parte delle forze di Kiev a partire da questa mattina. 

Intanto è previsto per questa settimana l’arrivo di una missione dell’agenzia nucleare delle Nazioni unite (Iaea) a Zaporizhzhia, in Ucraina, per sorvegliare la situazione nella più grande centrale nucleare europea, che da settimane russi e ucraini si accusano a vicenda di bombardare. Rafael Grossi, direttore generale della Iaea, ha confermato la partenza questa mattina con un tweet.

La centrale di Zaporizhzhia è la più grande in Europa, con sei reattori situati in altrettanti edifici di cemento, due dei quali sono stati spenti all’inizio dell’invasione, per ridurre i rischi di incidenti. I combattimenti sono rapidamente arrivati nei pressi della centrale.

Dai primi giorni di marzo è occupata dall’esercito, che ha costruito una base nei pressi della centrale. In diverse occasioni le truppe russe e l’area intorno alla centrale sono stati bombardati, ma in diverse occasioni gli ucraini hanno accusato i russi per gli attacchi.

La missione

Dopo diversi allarmi alla centrale e l’entrata in funzione di vari sistemi di sicurezza, la pressione internazionale per consentire ispezioni alla centrale si è fatta sempre più pesante. Le autorità russe hanno detto di essere pronte ad accogliere la missione, mentre gli ucraini si sono a lungo opposti, sostenendo che si tratterebbe di un riconoscimento implicito dell’occupazione russa.

I pericoli

Il rischio peggiore, nel caso di un attacco contro la centrale, è quello di un forte inquinamento da radiazioni dovuto alla scopertura di un reattore. Per avere un incidente con conseguenze internazionali, servirebbe anche lo scoppio di un incendio nei pressi di un reattore aperto, come avvenuto nell’incidente di Chernobyl del 1986. In quel caso, i fumi sollevati dal fuoco porterebbero nell’atmosfera numerose particelle radioattive, che verrebbero poi distribuite su una vasta area dal vento.

Non ci sono invece rischi di esplosioni nucleari. Si può sparare per giorni contro un reattore atomico senza per questo causare un’esplosione nucleare, che è una reazione che si verifica soltanto nelle particolarissime circostanze che si trovano all’interno di una bomba nucleare.

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