derby per il tetto d’europa

Chelsea-Manchester City, il turbocapitalismo inglese in finale di Champions

English Manchester City supporters and local people play with a football by a giant replica of the Champions League trophy in downtown Porto, Portugal, Friday, May 28, 2021. English clubs Manchester City and Chelsea will play the Champions League soccer final in Porto on Saturday. (AP Photo/Luis Vieira)
English Manchester City supporters and local people play with a football by a giant replica of the Champions League trophy in downtown Porto, Portugal, Friday, May 28, 2021. English clubs Manchester City and Chelsea will play the Champions League soccer final in Porto on Saturday. (AP Photo/Luis Vieira)
  • Prima di Abramovich il Chelsea aveva vinto soltanto un campionato nazionale a metà Anni Cinquanta. Prima degli emiri il Manchester City aveva vinto soltanto due campionati, l’ultimo nel 1968. Adesso sono le squadre più forti d’Europa.
  • La loro scalata rappresenta fedelmente una mutazione genetica del calcio inglese, che si è ibridato in termini stilistici e identitari e adesso, in piena Brexit, guarda con degnazione il ‘continente isolato’.
  • I due allenatori, Guardiola e Tuchel, sanno che non possono sbagliare: né per i loro club, né per sé stessi. Un’altra sconfitta e l’ossessione-Champions si aggraverà. Ma una delle due parti se la dovrà trascinare almeno per un’altra stagione.

Made in England. L'inedita finale di Champions League, dislocata in extremis da Istanbul a Oporto causa Covid, propone motivi forti e segna il culmine del dominio inglese sul calcio europeo. Dato curioso, quest'ultimo, che si verifica giusto nel primo anno intero di Brexit. Come a dire che il continente era isolato e allora bisognava andare a farci un giro per vedere come se la stesse passando. Che poi a fare quel giro siano state mandate le due squadre che più di tutte incarnano la mutazione

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