- Tralasciando i suoi risvolti politici, il disegno di legge che contrasta l’omobitransfobia ha ingenerato una crepa nel mondo cattolico. Sulle parole del ddl si giocano le perplessità del Vaticano, incerto sulla vaghezza di termini come «identità di genere».
- Eppure, fra i cattolici non sono mancate voci dissonanti. L’ultima, in ordine temporale, è quella del Coordinamento delle teologhe italiane (Cti), che in un comunicato ha appoggiato le istanze del ddl Zan.
- La non chiara visione ecclesiale sulla questione gender si manifesta in due documenti vaticani coevi: Maschio e femmina li creò, edito dalla Congregazione per l’educazione cattolica nell’agosto 2019, e Che cos’è l’uomo.
Mentre a palazzo Madama si sta per decidere il destino del ddl Zan, approvato alla Camera il 4 novembre 2020 e rallentato da 170 audizioni in commissione Giustizia al Senato, c’è da domandarsi se, mutuando il proemio del documento conciliare Gaudium et spes, «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi» coincidano o meno con «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo». Tralasciando i suoi risvolti politici, il disegno di legge che con



