Al ministero della Transizione ecologica, ex ministero dell’Ambiente, si sono ormai abituati al nuovo stile di Roberto Cingolani: pochi protocolli e formalità, messaggi e comunicazioni gestite direttamente dal ministro.

Il nuovo corso passa anche per un addio importante, quello del consigliere diplomatico. Fa le valigie, dal prossimo luglio, Marco Riccardo Rusconi, che tornerà a disposizione del ministero degli Esteri. Sarà sostituito dal diplomatico Giuseppe Manzo, il cui ultimo incarico è stato quello di ambasciatore a Buenos Aires.

A suggerire il nuovo nome al ministro sarebbero stati i renziani, ma dal ministero smentiscono questa ricostruzione. Di certo però è un nome gradito a Renzi e Boschi.

Il M5s ha più volte rivendicato Cingolani come ministro indicato dal movimento nel nuovo governo di Mario Draghi. Cingolani, in realtà, ha cancellato molto presto questa etichetta scontentando molti grillini che avevano archiviato frettolosamente l’ex ministro Sergio Costa, sacrificato sull’altare della nuova alleanza da Luigi Di Maio e dai maggiorenti del movimento.

Beppe Grillo in persona aveva usato la carta Cingolani e del ministero come buona ragione per sostenere il governo Draghi convincendo la maggioranza degli iscritti. Cingolani, con Renzi, era sul palco della Leopolda, nel 2018, e di recente il ministro ha partecipato alla primavera delle idee, organizzata da Italia viva, per parlare di Italia, futuro e sostenibilità.

Cingolani negli ultimi mesi ha però incontrato anche altri partiti, ha partecipato a un convegno, organizzato da Fratelli d’Italia sulle nuove reti delle telecomunicazioni, e continuato a mantenere rapporti con il M5s. Un ministro dialogante con ogni fronte politico.

Il consigliere giornalista

L’ultima scelta del ministro scompagina ulteriormente gli assetti al dicastero della Transizione e arriva a ridosso di due eventi internazionali importanti: il G20 che si terrà a Napoli e la Cop26 che si terrà in Scozia.

Il consigliere diplomatico uscente Rusconi era stato scelto dall’ex ministro Costa quando era ambasciatore in Canada, lo aveva conosciuto durante una missione per il G7 ambiente. Profilo internazionale, capacità di relazioni, Rusconi ha lavorato all’organizzazione della Cop giovani, diventato evento dell’Onu, che si svolgerà a settembre a Milano.

Saranno coinvolti 400 ragazzi provenienti da ogni parte del mondo. All’approccio diplomatico, Cingolani preferisce un approccio pragmatico. Erano inconciliabili i progetti e l’impostazione, così il ministro gli ha dato il benservito. Anche perché Rusconi faceva sempre riferimento alla Farnesina, non avendo ancora il titolo di ambasciatore, mentre Cingolani voleva ampliare la struttura per allargare le reti e i rapporti internazionali.

Il ministro cercava un ambasciatore, ma Rusconi ha preferito andare via piuttosto che rimanere come numero due. Così la scelta è caduta su Manzo, che ha buone entrature in politica e grandi capacità di tessere rapporti e adattarsi ai tempi. Un passato da giornalista.

Manzo a Washington è stato capo ufficio stampa dell’ambasciata, dal 2010 al 2012, quando l’ambasciatore era Giulio Terzi Sant’Agata.

In quel periodo in Italia si stava consumando lo strappo tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, e quest’ultimo aveva bisogno di appoggi e nell’ambasciata c’è stato anche qualche incontro per costruire la rete internazionale di sostegno al progetto finiano.

«Era vicinissimo a Terzi, era fedelissimo alla causa», dice chi l’ha conosciuto bene. Fallito il parricidio tentato da Fini, per Terzi si apre inaspettatamente la strada da ministro degli Esteri nel governo di Mario Monti. Giuseppe Manzo – al ministero lo chiamavano solo Beppe – diventa capo del servizio stampa della Farnesina e portavoce del ministro. «Esperto di stampa americana, è autore di articoli sul ruolo dei media nella guerra al terrorismo e sulla comunicazione dell’Onu. Nel 2008 è stato docente al Master in Comunicazione Internazionale all'Università Iulm di Milano. Dal 1995 al 1998 è stato funzionario commerciale a Tirana durante la crisi seguita al collasso delle società finanziarie piramidali. Alla Farnesina ha lavorato alla cooperazione allo sviluppo, alla direzione affari economici e alla segreteria generale», si legge sul sito del ministero degli Esteri. Manzo al ministero è rimasto fino al giugno 2013 quando diventa ambasciatore a Belgrado. Nel 2015 il governo Renzi promuove, tra gli altri, Manzo che da consigliere di ambasciata diventa ministro plenipotenziario.

Nel 2018 arriva un nuovo incarico, uno spostamento che lo porta in Argentina, a Buenos Aires, nonostante la scarsa esperienza in America del sud, scelta caldeggiata da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi.

Al ministero, Cingolani ha scelto come capo di gabinetto Roberto Cerreto, un passato nello stesso ruolo con Boschi ministra. Ora arriva anche il consulente diplomatico, gradito ai renziani. Ma qual è stata la procedura di scelta, è stato suggerito da Renzi? «No, assolutamente no. Il processo è completamente diverso. Con i miei collaboratori abbiamo scelto tra ambasciatori dotati di due caratteristiche: un certo tipo di esperienza e la possibilità di rientrare nel nostro paese. Nulla di politico e nessun suggerimento. Sulla nomina stiamo aspettando la risposta dal ministero degli Esteri», dice Cingolani a Domani.

Manzo al suo arrivo dovrà affrontare la sfida del G20 che si terrà a Napoli, a fine luglio, al palazzo Reale. Rusconi sta completando le attività, ha fatto anche il sopralluogo, ma si fermerà a un passo dalla due giorni di dibattiti e confronti sull’ambiente.

Il G20 ha un solo obiettivo: chiudere l’evento con un comunicato condiviso che, viste le premesse, potrebbe essere un primo passo significativo. L’ex ministro aveva previsto anche alcuni incontri informali tra i responsabili dell’ambiente per consolidare rapporti e relazioni. Incontri cancellati dal nuovo corso.

Il G20 è solo il primo evento, a settembre ci sarà la Cop giovani e Pre-Cop, due appuntamenti previsti a Milano, preparatori in vista di Cop26, la conferenza sul clima, che si terrà a Glasgow in Scozia dove i grandi della terra dovrebbero trovare un accordo sulle emissioni.

«Ho parlato con Rusconi, persona molto preparata. Io avevo intenzione di rinforzare la squadra e ampliarla, per lui c’era la possibilità di restare nel team, ma ci sono considerazioni di carriera che si fanno», dice Cingolani. Ora si attende la risposta dal ministero degli Esteri per procedere con la nomina di Giuseppe Manzo come nuovo consigliere diplomatico.

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