Un altro terremoto giudiziario colpisce la Regione Puglia dopo l’indagine che il 4 aprile ha coinvolto anche l’ex assessora regionale Anita Maurodinoia e portato agli arresti domiciliari il marito Sandro Cataldo.

L'ex assessore regionale Alfonso Pisicchio, e suo fratello Enzo Pisicchio, sono finiti ai domiciliari su richiesta della procura di Bari. In tutto sono state disposte misure cautelari per sette persone (1 in carcere, 4 ai domiciliari, 2 destinatarie del divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi). I reati contestati vanno dalla corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, fino alla truffa, falsità materiale, turbata libertà degli incanti.

In carcere è finito Cosimo Napoletano di 58 anni, di Monopoli. Ai domiciliari oltre i fratelli Pisicchio, si trovano Francesco Catanese, 59 anni e Giovanni Riefoli, di 58 anni. L'interdizione dalla attività professionale per un anno riguarda invece Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa.

L’ordinanza

Nell'ordinanza della gip Ilaria Casu si spiega che per i fratelli Pisicchio «l'unica misura proporzionale alla gravità degli addebiti adeguata a evitare il pericolo di reiterazione del reato è quella degli arresti domiciliari». Il provvedimento chiarisce che per Alfonsino Pisiscchio le accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti riguardano il periodo in cui era assessore della giunta Emiliano, quando avrebbe utilizzato «la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito».

Enzo Pisicchio, invece, avrebbe agito «quale esecutore delle direttive» del fratello «e quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino». Enzo Pisicchio avrebbe avuto un «ruolo chiave nella commistione dei reati che gli vengono ascritti» in quanto «intermediario e faccendiere nei rapporti, a vari livelli, tra funzionari della pubblica amministrazione – comunale e regionale –  e imprenditori non solo a livello locale ma anche nazionale».

«Le vicende esaminate – scrive la gip – hanno mostrato l'ampia capacità dei due indagati di sfruttare le relazioni costruite nel tanto tempo in ambito regionale e comunale per pilotare l'azione amministrativa e trarne vantaggio personale».

Dimissioni sospette

Solo poche ore prima della notizia degli arresti, era stato reso noto che Alfonso Pisicchio aveva lasciato Arti, agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione. Pisicchio avrebbe presentato le dimissioni subito prima che fosse resa nota la notizia del suo arresto.

Il vicepresidente della commissione Antimafia, Mauro D’Attis (FI) commenta che: «Oggi pomeriggio Michele Emiliano ha commissariato Alfonso Pisicchio, che guidava l’Arti. Dopo poche ore, Pisicchio viene arrestato per corruzione. A pensar male si fa peccato, ma è evidente che Emiliano sapesse ciò che stava per accadere. Ergo, qualcuno lo ha avvisato. E questa – conclude – è una cosa gravissima».

© Riproduzione riservata