L’economista Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore per accettare la direzione di un programma per l’Educazione nelle Scienze Economiche e Sociali rivolto agli studenti delle scuole superiori offerto dall’Università Cattolica di Milano.

Cottarelli era stato eletto da indipendente nelle file del Pd da capolista in un collegio plurinominale e ha annunciato la sua decisione domenica sera in televisione e in una lettera. Tra le ragioni per il suo addio, che presenterà questa settimana e che dovrà essere votato dall’aula, il senatore cita anche l’animosità del dibattito, in cui le posizioni si difendono per partito preso. «Una forte contrapposizione tra maggioranza e opposizione è probabilmente inevitabile in questo momento storico, ma i dibattiti estremizzati non sono nelle mie corde».

La compatibilità con il Pd

Ma c’è di più. «È innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra». Questo nuovo partito, sostiene Cottarelli, può trasmettere un messaggio più chiaro, ma il senatore ammetto di sentirsi ora «a disagio su certi temi», per esempio sul valore del concetto del merito e sulla nuova linea economica della segretaria. 

«Ho posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare. Qualcuno dice che, date queste differenze, dovrei cambiare gruppo parlamentare. Non sarebbe giusto», scrive l’economista.

Cottarelli, durante l’intervista televisiva, ha fatto capire anche che era stato contattato da esponenti del Terzo polo per cambiare casacca, ma ha preferito lasciare del tutto palazzo Madama e cedere il suo seggio al primo dei non eletti. Non cambierà, perciò, il numero di componenti del gruppo Pd. 

© Riproduzione riservata