Nel corso di una conferenza stampa, il commissario straordinario, Domenico Arcuri, ha annunciato che il 6 febbraio arriveranno «le prime 249mila dosi del vaccino Astrazeneca» e che a partire da lunedì 8 febbraio il prodotto farmaceutico potrebbe essere somministrato agli italiani. Arcuri ha poi detto che l’Italia è «il primo paese in Unione europea per numero di persone che hanno ottenuto le due dosi di vaccino». Il commissario ha poi assicurato che «nonostante i tagli subiti, la campagna stia riprendendo a ritmo» aggiungendo che la vaccinazione viaggia «alla velocità massima compatibile con le dosi a disposizione».

I ritardi nella consegna

I ritardi nelle consegne dei vaccini a cui fa riferimento Arcuri hanno riguardato tutti e tre i vaccini approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). La prima ad annunciare i ritardi è stata Pfizer che ha ridotto del venti per cento la consegna di dosi a metà gennaio. L’azienda farmaceutica ha comunque fatto sapere che recupererà i ritardi. Anche Moderna ha ridotto del venti per cento la consegna delle dosi precedentemente assicurate. La situazione più critica è però quella di AstraZeneca che ha ridotto del 60 per cento la quantità di vaccini inizialmente promessa. I ritardi hanno portato governo e regioni a ridisegnare il piano vaccinale.

Le richieste della Lombardia

Nel frattempo la Lombardia ha avanzato una nuova proposta al governo. Il presidente, Attilio Fontana, e l'assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, hanno inviato una lettera formale per chiedere che i ristoranti e le attività assimilabili possano svolgere la loro attività fino alle ore 22. Per i vertici della regione è «importante che tale decisione venga presa al di là della crisi politica in atto» e ciò in relazione «alla situazione di estrema emergenza in cui versa un'intera categoria».

Inoltre, Fontana e Guidesi hanno invitato il governo a «intraprendere ogni utile azione affinché sia concesso al mondo della ristorazione questa ulteriore facoltà, nel rispetto, ovviamente, delle misure di contrasto e contenimento dell'epidemia».

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