La variante inglese del Covid-19 potrebbe essere del 70 per cento più mortale rispetto alla sua versione “normale”. Lo dice uno studio New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (Nervtag) pubblicato sul sito del governo britannico.

Il professore all’Università medica di Exeter, David Strain ha detto che i risultati sono preoccupanti specialmente se si considerano i dati sulla diversità di genere: «Durante le prime ondate il virus ha colpito per lo più i maschi che sono stati la maggior parte dei ricoverati. Ma ora i dati sulla variante dimostrano un rapporto di 50 a 50 tra i generi e che anche i soggetti finora considerati meno a rischio di tutti, ovvero le donne giovani in buona salute, presentano sintomi più forti rispetto a prima». 

Il punto sulla variante inglese 

Scoperta per la prima volta a Kent in Inghilterra, la variante inglese ha iniziato a preoccupare l’Europa e le comunità internazionale a partire da dicembre e ha causato un’impennata di morti negli ultimi due mesi nel Regno Unito. Per oltre due settimane il ritmo di vittime giornaliere causate dal virus è stato di mille persone al giorno, un aumento così consistente che ha portato in breve periodo la Gran Bretagna a diventare il paese europeo con più morti dovute al Covid per un totale di oltre 117mila deceduti.

Lo studio pubblicato sul sito del governo segue le parole del premier, Boris Johnson, che a fine gennaio aveva detto in un discorso alla nazione che la variante inglese era probabilmente più letale del 30 per cento. La variante non preoccupa solo il Regno Unito. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha deciso di estendere il lockodown nel paese fino al 7 marzo dicendosi preoccupata dalla situazione dei contagi dovuta alle mutazioni del virus. Anche in Italia è in corso un dibattito sulla possibilità di fare un lockdown immediato per evitare di finire con bilanci tragici come quelli britannici. 

© Riproduzione riservata