i nuovi studi

Cosa sappiamo sulla variante Delta e l’efficacia dei vaccini

  • La variante Delta è notevolmente più trasmissibile della variante Alfa, che è a sua volta più trasmissibile della variante che ha causato la prima ondata dell’epidemia in Europa, quella della primavera del 2020. Se una persona infetta nella prima ondata, in assenza di misure di distanziamento sociale, contagiava in media tre persone, chi si contagia oggi con Delta trasmette in media il virus a otto persone.
  • Uno studio dell’agenzia di salute pubblica inglese ha stimato che l’efficacia di evitare l’infezione sintomatica con Delta di una singola dose di AstraZeneca o Pfizer-BioNTech è notevolmente ridotta rispetto a quella che si osservava con Alfa (scesa da 49% a 30% per AstraZeneca e da 48% a 36% per Pfizer-BioNTech), l’efficacia di due dosi di vaccino rimane invece molto elevata (scesa da 75% a 67% per AstraZeneca e da 94% a 88% per Pfizer-BioNTech). 
  • Stime preliminari suggeriscono che la protezione dai decorsi gravi resta invariata e pari circa al 94%. Il virus ha mostrato di avere spazio per evolvere guadagnando in trasmissibilità e in capacità di evadere la risposta immunitaria stimolata dai vaccini, anche se in modo marginale. Limitare la circolazione del virus è cruciale per evitare che i vaccini diventino armi spuntate

Una misura di quanto la variante Delta sia capace di diffondersi tra la popolazione arriva dai risultati di un’indagine condotta a fine giugno in India su circa 30mila persone. L’indagine ha stimato che il 67 per cento della popolazione ha anticorpi contro SARS-CoV-2. A gennaio, prima che la variante diventasse dominante nel paese, questa percentuale era del 24 per cento. Bisogna ricordare che però la copertura vaccinale durante la terribile ondata che ha colpito il paese, con picchi di 400mila

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