È solo un’idea, ma già divide. Nel centrodestra romano il tavolo sui candidati alla presidenza dei municipi non si è ancora aperto, ma Forza italia starebbe pensando all’ex grillino Marcello De Vito, pochi giorni fa passato nel partito azzurro, come presidente del terzo municipio. Una voce che gira e che ha provocato l’irritazione degli alleati, innanzitutto di Fratelli d’Italia che è fermamente contraria.

Un passaggio, quello dell’attuale presidente del consiglio comunale, che ha già provocato una spaccatura in Forza Italia. De Vito è stato uno degli esponenti di rilievo del M5s romano, candidato sindaco, nel 2013, e mister preferenze, nel 2016, quando ha raccolto oltre 6 mila voti. Su di lui, nel 2019, si abbatte una tegola giudiziaria, viene arrestato con l’accusa di corruzione, misura cautelare poi annullata dalla Cassazione, in uno dei filoni d’inchiesta sullo stadio della Roma.

Attualmente è imputato, ma il Movimento 5 stelle che aveva annunciato una immediata espulsione, non l’ha mai cacciato. È stato proprio De Vito ad andare via in polemica, lo scorso maggio, prima di scegliere casa Berlusconi. «Per me Marcello De Vito è fuori dal movimento, potrà difendersi come vuole ma lo deve fare a chilometri di distanza dal movimento 5 stelle. Noi come forza politica non abbiamo mai pensato di poter cambiare gli animi delle persone, ma sicuramente reagiamo in trenta secondi e sbattiamo fuori chi si macchia di questi atti», ha detto Luigi Di Maio nel marzo 2019 alla notizia dell’arresto di De Vito.

La famiglia

I trenta secondi sono diventati mai mentre altri esponenti grillini sono stati sbattuti fuori per dissenso politico. Marcello De Vito non è solo, alcuni nel movimento lo difendono accusando i maggiorenti di averlo scaricato ingiustamente, visto che le accuse sono tutte da provare. Alla fine lui si è organizzato e vuole far confluire i suoi consensi nel partito azzurro. La moglie di De Vito, l’avvocata Giovanna Tadonio, è stata assessora proprio nel terzo municipio fino alla caduta della giunta grillina, nel 2018, mentre la sorella di De Vito è ancora consigliera in regione Lazio, in quota movimento. Francesca De Vito ha mantenuto una posizione coerente e si è opposta all’ingresso nella giunta Zingaretti di Roberta Lombardi, la nemica giurata di Virginia Raggi e, prima, vicinissima proprio a De Vito.

Tutto è cambiato quando Lombardi ha deciso, con il parere contrario dei De Vito, di fare l’accordo con i democratici in regione. «Gli ho detto in bocca al lupo, ma io sostengo Virginia Raggi, in questo momento sono a un evento con la sindaca. Di certo mio fratello ha fatto di tutto per parlare con i probiviri, ma non ci è riuscito mai. Umanamente era sconfortato», dice Francesca De Vito, sorella di Marcello e consigliera regionale. Non è l’unica che critica l’atteggiamento dei vertici. «Io non mi straccio le vesti per il suo passaggio, la sua reazione è più che normale: è stato trattato malissimo dal punto di vista umano», racconta un esponente del M5s romano. Se tra i grillini l’addio di De Vito scontenta una parte dei militanti, in Forza italia, invece, ha provocato una spaccatura.

Gasparri

Il senatore Maurizio Gasparri ha presentato, insieme ad Antonio Tajani, il nuovo acquisto, ma non tutti nel partito hanno mostrato lo stesso entusiasmo. Il deputato forzista Andrea Ruggieri ha salutato il nuovo arrivo con parole come «vomito» e «ribrezzo». Per capire le ragioni profonde del passaggio di Marcello De Vito in Forza italia bisogna consultare il sito del comune di Roma alla pagina «assemblea capitolina». Il partito azzurro non aveva più neanche un consigliere, ora c’è Marcello De Vito. Anche a livello municipale, la fuga dal partito azzurro è costante. L’ultima, di qualche settimana fa, è quella di Gianni De Lucia, l’ennesimo addio che ha irritato Gasparri, commissario romano del partito.

Il senatore, già vicepresidente del Senato, cerca in ogni modo di rilanciare il partito e prima di De Vito, aveva svolto un’ iniziativa elettorale con Giordano Tredicine, condannato nell’inchiesta mondo di mezzo perché corrotto da Salvatore Buzzi. 

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