Approvato in Cdm il decreto con nuove norme contro la criminalità minorile. Si abbassa da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente il carcere, mentre l’età per l’imputabilità resta fissata a 14 anni. Salta la stretta sull’accesso ai siti porno. Fabio Ciciliano commissario per la riqualificazione di Caivano
Sarà più facile per i minorenni finire in carcere. È l’effetto più diretto del decreto baby gang, approvato giovedì pomeriggio in Consiglio dei ministri, con cui il governo si propone di «contrastare il disagio e la criminalità giovanile». Nel dl si abbassa da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente di applicare la misura della custodia cautelare.
È invece stato stracciato l’abbassamento dell’età per l’imputabilità, che resta fissata a 14 anni. Stessa sorte è toccata alla stretta sull’accesso dei minori ai siti porno, che risulta assente dal decreto. Secondo quanto si apprende, la norma voluta dalla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, non sarebbe entrata nel provvedimento.
La maggioranza si era confrontata ieri sulle proposte da inserire nel decreto, dall’estensione del Daspo urbano ai 14enni – cioè «l’allontanamento dal comune dei minorenni che hanno compiuto 14 anni qualora abbiano commesso delitti», al divieto di utilizzo di social e cellulari, misura che è però uscita dal decreto. Oltre a ciò, è previsto un piano da 30 milioni di euro per Caivano e la nomina di Fabio Ciciliano, dirigente medico della polizia, a commissario per la riqualificazione del comune.
Cosa c’è nel decreto
In Cdm si è discusso se far scendere l’imputabilità dei minori dagli attuali 14 ai 12 anni. L’ipotesi era sostenuta soprattutto dalla Lega: «Da papà penso che abbassare l’età per essere imputabili è assolutamente utile. Se uccide, rapina o spaccia, un 14enne deve pagare come un 50enne», ha detto il vicepremier Matteo Salvini, sostenuto dalla presidente della commissione Giustizia alla Camera, Giulia Bongiorno, secondo cui «la non imputabilità dei ragazzi è sfruttata dalla malavita».
Il decreto Caivano prevede anche un percorso più severo di reinserimento e rieducazione dei minori condannati, con «lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit per 1-6 mesi». Inoltre, per i genitori che «omettono di far impartire al figlio l’istruzione obbligatoria» ci sono fino a 2 anni di carcere, oltre alla sottrazione dell’assegno di inclusione.
Critica l’opposizione
Il decreto legge ha sollevato le critiche dell’opposizione, secondo cui non servono retate e misure spot per aiutare territori degradati. Simona Malpezzi, senatrice del Partito democratico, si è detta «preoccupa l’impostazione solo sanzionatoria e punitiva», mentre per Ilaria Cucchi (Avs) «inasprire le pene per i minori è pura follia». Sul punto è intervenuto anche il sindacato degli agenti penitenziari Uilpa, per cui «l’imputabilità sotto i 14 anni ingenererebbe ulteriori difficoltà gestionali e di coesistenza fra fasce d’età diverse».
Sfumature nell’interpretazione del decreto si vedono anche nella maggioranza. «Caivano diventi il simbolo della presenza di uno stato forte sui territori, ma bisogna intervenire con l’educazione, la prevenzione e la riqualificazione urbanistica», ha detto il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. «Oltre a pene certe e all’arresto per chi delinque, sia data ai giovani una possibilità positiva pe il loro recupero».
Politiche per il sud
Il Consiglio dei ministri ha approvato anche il dl con disposizioni urgenti «in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno». «L’attenzione del governo verso le isole trova la sua prima attuazione nel decreto in favore di Lampedusa, un lembo di terra europea di grande interesse strategico», ha detto il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, che ha parlato di una «misura compensativa dei disagi sofferti» a causa dei flussi migratori.
A quanto si apprende, nel provvedimento sono inserite misure per la realizzazione di opere di interesse strategico: un deposito di stoccaggio di carburante a usi civili – utile al fabbisogno locale e alle forze di polizia – una strada urbana per assicurare il collegamento tra le banchine portuali, oltre a uno hotspot per i migranti.
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