Il governo ha approvato questa sera un nuovo decreto legge anti Covid-19 che stabilisce nuove misure di contenimento per tutto il mese di aprile, la riapertura delle scuole anche in zona rossa e fino alla prima media a partire dal primo aprile e l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, chi lavora negli ospedali e altri figure coinvolte nella campagna vaccinale. Il decreto ha di fatto prorogato fino al 30 aprile le misure previste dal precedente decreto Covid con la possibilità, in questo arco temporale, di deliberare in consiglio dei ministri un allentamento delle misure, qualora lo consentano l’andamento dell’epidemia e l’attuazione del piano vaccini. Ecco le principali misure.

Obblighi vaccinali

Il decreto prevede l’obbligo di vaccinazione per gli esercenti le professioni sanitarie e per gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie e socio/sanitarie pubbliche e private, in farmacie, parafarmacie e studi professionali.
La misura ha come obiettivo quello di tutelare più possibile sia il personale medico e paramedico sia coloro che si trovano a frequentare ambienti che possono essere maggiormente esposti a rischio di contagio. 
La vaccinazione viene definita «requisito essenziale» per «esercitare la professione». Chi la rifiuta può essere sospeso dal suo ordine professionale o spostato anche a mansioni di tipo inferiore che però non implichino il contatto con persone potenzialmente infette.

Se non sono possibili altre soluzioni, è prevista la sospensione dal lavoro senza pagamento dello stipendio. Queste norme resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2021, è scritto nel decreto.

La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri non ha apprezzato questa proposta definendola «farraginosa» e potenzialmente inefficace. La federazione ha comunque sottolineato che i medici non sanitari sono una quota residuale del totale.

Viene introdotto anche uno “scudo vaccinale”, una norma che stabilisce l’esclusione della punibilità per chi effettua vaccinazioni in caso di effetti collaterali dovuti alla vaccinazione, sempre che le modalità di somministrazione siano state seguite correttamente.

Diverse associazioni di medici hanno criticato anche questa parte del provvedimento. Il segretario del sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed Carlo Palermo ha detto che servirebbe uno “scudo” anche al personale sanitario che non si occupa direttamente di vaccinazioni.

Concorsi pubblici

Il decreto prevede lo sblocco dei concorsi (circa 110mila posti) e introduce procedure concorsuali semplificate. 
Tra le principali novità si prevede una prova scritta e una prova orale nei soli concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale.
Sono esclusi dalle procedure semplificate i concorsi per alcune categorie (il personale in regime di diritto pubblico, ex articolo 3 del Dlgs 165/2001) tra cui magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati e procuratori dello Stato, professori universitari, appartenenti al comparto sicurezza e difesa, personale della carriera diplomatica e prefettizia.

Prove in sicurezza

Per consentire lo svolgimento delle prove in sicurezza si prevede l’obbligo per i candidati di produrre la certificazione di un test antigenico anche negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Inoltre: 
•la durata massima della prova limitata a un’ora;
•svolgimento delle prove in sedi decentrate a carattere regionale.

Zone arancioni prolungate

La novità più importante del decreto è il prolungamento fino alla fine di aprile della zona arancione valida per tutta Italia. Fino all’inizio di maggio, anche le regioni con numeri da zona gialla dovranno applicare sul loro territorio le regole della zona arancione (che significa principalmente chiusura di bar e ristoranti).

Per lo stesso periodo rimarrà in vigore anche la regola che prevede il passaggio automatico di una regione in zona rossa quando i contagi settimanale raggiungo un’incidenza pari o superiore a 250 per centomila abitanti.

Non è stato invece inserito il meccanismo automatico per le riaperture in caso di riduzione dei contagi chiesto nei giorni scorsi da diverse forze politiche, tra cui la Lega. Nel decreto è però esplicitato che «in ragione dell'andamento dell'epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini» il Consiglio dei ministri può stabilire delle deroghe e consentire quindi ad alcune regioni di passare in zona gialla.

La decisione non è piaciuta al leader della Lega Matteo Salvini, che ieri ha commentato: «Si tratta di una scelta politica e non scientifica». Secondo Salvini, la disposizione che prevede regole da zone arancioni per le zone gialle andrebbe eliminata.

Novità sulla scuola

Il decreto stabilisce anche la riapertura in presenza di tutte le scuole italiane fino alla prima media, anche di quelle in zona rossa a partire dal 7 aprile. Questa nuova norma, viene esplicitato nel decreto, non potrà essere derogata dai presidenti di regioni tramite ordinanze.

Nelle zone arancioni e nelle eventuali zone gialle che dovessero essere approvate in seguito a una deroga nei confronti della regola nazionale, le lezioni in presenza sono estese fino alla terza media, mentre le superiore dovranno riaprire con almeno il 50 per cento delle lezioni in presenza e un massimo pari al 75 per cento.

 

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