«Sono frastornato, quello è un collegio importante che copre metà Napoli. Io ho scelto di non andare in tv, di parlare poco sui giornali, ma ho scelto di andare tra le persone, io ho bisogno del contatto, di ascoltare i bisogni delle persone», dice Sergio Costa, neo deputato del M5s. Costa ha ottenuto il 39,72 per cento mentre Luigi Di Maio si è fermato al 24,41 per cento. L’ex ministro dell’Ambiente batte Di Maio, in un feudo da sempre di sinistra, e butta fuori dal parlamento l’ex leader del M5s che ha lanciato in politica Costa quando da generale dei carabinieri lo ha scelto, nel primo governo Conte, come ministro dell’Ambiente. 

Cosa racconta questo risultato elettorale? «C’è un astensionismo che bisogna affrontare perché altrimenti le persone si allontanano dalla politica. Il secondo punto è che i cittadini chiedono risposte, ma subito», dice Costa. Il M5s è il partito del sud? «Il M5s è un partito che ha definito il suo perimetro, un perimetro progressista, in grado di parlare alle persone fragili e dimenticate dai grandi potentati. Il sud è abitato da questi bisogni, ma anche il nord».

Ha sentito Luigi Di Maio? «Ci siamo sentiti questa notte, mi ha fatto i complimenti quando ormai il risultato sembrava chiaro. Di Maio mi ha mandato un messaggio con le congratulazioni augurandomi buon lavoro e io l’ho ringraziato», risponde Costa. 

E il Pd cosa deve imparare da questa sconfitta? «Io non parlo degli altri che hanno fatto le loro scelte, questo insegna al movimento che stare in mezzo alle persone paga, se anche gli altri lo faranno avremo in futuro un’Italia a guida progressista, in questo momento non è così». 

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