Lo studio sullo stress degli insegnanti condotto dall’Università di Padova e dal Centro Erickson è stato pubblicato sull’International Journal of Educational Research. Tra i fattori di rischio più frequentemente segnalati, la burocrazia scolastica e la mancanza di riconoscimento sociale
L’Università di Padova e il Centro Studi Erickson (Benedetta Zagni, Gerardo Pellegrino, Dario Ianes e Sara Scrimin) hanno condotto uno studio sullo stress degli insegnanti italiani, pubblicato recentemente sull’International Journal of Educational Research. La ricerca ha coinvolto quasi 2.000 insegnanti in tutta Italia per capire da cosa nasce lo stress cronico che colpisce sempre più docenti.
Questo studio amplia la ricerca esistente a livello nazionale e internazionale, andando oltre gli approcci basati su un singolo fattore di stress per passare ad un modello che esamini lo stress cumulativo degli insegnanti. Tenendo presente la natura multiforme del benessere, lo studio – attraverso un’analisi completa – ha esplorato sia i fattori di rischio sia quelli protettivi che contribuiscono a formare lo stress percepito degli insegnanti italiani. Sono state, infine, prese in considerazione le caratteristiche demografiche personali e i fattori scolastici contestuali.
Infatti, la ricerca suggerisce che anni di esperienza nell'insegnamento possano moderare i livelli di stress, nonostante i risultati siano ancora controversi. Alcuni studi hanno rivelato che gli insegnanti più giovani sono più vulnerabili al burnout a causa della mancanza di strategie di coping, mentre altri (compreso il nostro) segnalano che gli insegnanti più anziani sono più emotivamente esausti.
Inoltre, seppure nel nostro campione non sia emerso nulla di significativo in merito, sono stati esaminati fattori contestuali come lo status socioeconomico scolastico e le dinamiche multiculturali in quanto possono amplificare o mitigare lo stress, plasmando la percezione dell’ambiente di lavoro.
Le cause dello stress
Il cuore della ricerca si è concentrato sul comprendere quanto sono stressati gli insegnanti italiani e sull’esplorare che cosa protegge e che cosa, invece, amplia il livello di stress. I nostri risultati hanno rivelato che gli insegnanti sperimentano alti livelli di stress cumulativo (media 8.04/10), in linea con ricerche precedenti che dimostrano come l'insegnamento sia una delle professioni più stressanti.
Tra i fattori di rischio più frequentemente segnalati, la burocrazia scolastica e la mancanza di riconoscimento sociale emergono come principali fattori che contribuiscono allo stress degli insegnanti. In primo luogo, questi risultati sono in linea con ricerche precedenti che indicano come un eccessivo carico di lavoro amministrativo aumenti la frustrazione degli insegnanti, riducendo il tempo dedicato alle lezioni. In secondo luogo, i risultati sono in linea con studi che hanno rivelato che gli insegnanti si sentono spesso sottovalutati e poco apprezzati per il loro contributo professionale, il che aumenta l'insoddisfazione e il burnout.
I dati suggeriscono, inoltre, che un riconoscimento professionale limitato influisce negativamente sulla motivazione e sul benessere, contribuendo all'esaurimento emotivo. Nel complesso, i risultati aggiornano quanto precedentemente riscontrato nel contesto internazionale (e meno in Italia), in cui il sovraccarico burocratico e la sottovalutazione della professione sono stati evidenziati come sfide sistemiche.
Per quanto riguarda i fattori protettivi, gli insegnanti si sono più comunemente affidati al supporto informale di colleghi e familiari, in linea con le ricerche che sottolineano il ruolo dei network sociali nella gestione dello stress. Il supporto psicologico professionale è stato raramente usato, confermando la sua limitata accessibilità nelle scuole. Inoltre, l’attenzione alla cura personale e, quindi, il dedicarsi a sé stessi nel tempo libero, emerge come un mitigatore dello stress.
Infine, nonostante gli elevati livelli di stress, gli insegnanti indicano un'intensa soddisfazione nelle relazioni con gli studenti, rafforzando l'evidenza che gli aspetti intrinseci dell'insegnamento migliorano la motivazione e la resilienza.
Possibili soluzioni
I risultati sottolineano la necessità di interventi mirati per mitigare lo stress degli insegnanti, affrontando i fattori di rischio sistemici e potenziando le risorse protettive. Il modello utilizzato in questo studio rafforza l'idea che lo stress derivi dall'accumulo prolungato di molteplici fattori interagenti, piuttosto che da fattori isolati. Questa prospettiva evidenzia la necessità di progettare interventi che affrontino simultaneamente diverse dimensioni dello stress.
In primo luogo, l’importanza di ridurre gli oneri burocratici: le eccessive attività amministrative sottraggono tempo alle lezioni e aumentano la frustrazione. In secondo luogo, rispetto alla mancanza di riconoscimento, occorre investire in percorsi di carriera strutturati, programmi di tutoraggio e iniziative di riconoscimento formale per migliorare la soddisfazione, l’attrattiva e la permanenza sul lavoro. In terzo luogo, sebbene il supporto informale da parte di colleghi e familiari abbia svolto un ruolo protettivo, lo scarso utilizzo del supporto psicologico professionale suggerisce la presenza di barriere all'accessibilità.
L'ampliamento dei servizi psicologici scolastici e la sensibilizzazione sulle risorse per la salute mentale potrebbero migliorare le capacità di coping degli insegnanti. Infine, gli interventi dovrebbero sfruttare fonti chiave di soddisfazione lavorativa, come le relazioni con gli studenti e il coinvolgimento intellettuale, che proteggono dallo stress. Lo sviluppo professionale dovrebbe promuovere inoltre strategie che favoriscano il coinvolgimento degli alunni/e, riducendo le sfide poste al lavoro didattico/educativo dalle classi (sempre più) difficili.
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