Le ultime critiche alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, sono arrivate da Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli e produttore cinematografico, che della prima cittadina ha detto: «È stata un disastro epocale». Ma le critiche non fermano il nuovo corso che Raggi ha intrapreso già da tempo e che ha avuto una inevitabile accelerazione con l’assoluzione in secondo grado nel processo che la vedeva imputata per falso. Un’assoluzione che ha silenziato una parte dei suoi detrattori, soprattutto quelli interni al M5s, che già sognavano la sua fine politica e un accordo con il Pd già in gran parte definito. Il ritrovato protagonismo di Raggi si muove lungo tre direttrici.

La prima è politica: fare i conti con i suo avversari nel Movimento e in giunta. La seconda è il ritorno costante in pubblico. La terza è definire il proprio immediato futuro. Così la sindaca intreccia relazioni, muove contatti, cerca nuovi compagni di viaggio per l’avventura della prossima primavera e per una campagna elettorale che, al momento, vede solo lei come candidata dei partiti che formano la maggioranza di governo. Tutti la danno perdente, eppure, nonostante gli annunci e i proclami, altri candidati giallorossi pronti ad affrontare la sfida delle comunali di Roma non se ne vedono. C’è Carlo Calenda, che però non raccoglie troppi consensi nel Pd, mentre il Partito democratico, per ora, non ha ancora indicato un proprio candidato.

Il fuoco amico

La sentenza di assoluzione è stata una liberazione perché ora Raggi può fare i conti con i suoi detrattori. A partire da quelli interni al Movimento che non solo ha attaccato duramente subito dopo il verdetto dei giudici invitandoli a «tacere», ma che sfida non smentendo le voci che la danno come possibile candidata alla guida del M5s a livello nazionale. C’è poi il fronte della giunta con la sindaca che, subito dopo le feste, potrebbe avviare un rimpasto della squadra.

Nel giorno del verdetto in aula non c’erano assessori, ma solo consiglieri anche municipali. Perché? Perché con alcuni i rapporti sono da tempo tesi. Tra questi Luca Bergamo, vicesindaco di Roma, che non ha trovato una soluzione alla vicenda del cinema Palazzo mettendo in imbarazzo la sindaca che nel giorno dello sgombero si è resa protagonista di uno scivolone parlando di ripristino della legalità e assimilando lo sgombero del cinema a quello della sede di Forza nuova. Lo stesso dicasi per i rapporti con l’assessore Veronica Mammì, il cui marito Enrico Stefano, consigliere comunale del M5s, negli ultimi mesi ha coperto di critiche la sindaca. Raggi potrebbe però desistere dall’idea di un repulisti visto che mancano solo pochi mesi dal voto.

La squadra dei sogni

Nel frattempo la sindaca cerca di recuperare il tempo perduto rilanciando il proprio protagonismo pubblico partendo dalla battaglia per poteri speciali e fondi per Roma. «Quasi 2 miliardi di investimenti nei prossimi tre anni, per metro, tram, nuovi bus, strade, ambiente, periferie», ha annunciato dopo l’approvazione del bilancio di previsione che però deve ancora passare il vaglio del consiglio comunale. Ma ci sono anche iniziative che si incrociano con la volontà di costruire ponti con la città e tessere una tela di consiglieri politici, sponsor e possibili protagonisti del nuovo corso.

Nei giorni scorsi la sindaca ha presentato “Facciamo finta che...tutto va ben!”, un bus itinerante che in questi giorni sta portando la musica della tradizione romana in giro per la città. Un’idea di Pino Strabioli e Maurizio Costanzo, quest’ultimo diventato un prezioso interlocutore per la sindaca che ne ascolta i consigli. Ieri sono stati nuovamente insieme, protagonisti di un altro progetto da realizzare al Bioparco e dedicato ai bambini. Nei giorni scorsi, la sindaca ha invece presentato il presepe visionario, una installazione di Guillermo Mariotto, direttore artistico della Maison Gattinoni e giurato nel popolare programma Ballando con le stelle.

La sindaca non sta ferma, ascolta suggerimenti, ma è anche impegnata a immaginare la prossima campagna elettorale e la squadra di governo. Già poche mesi fa era emersa l’idea di una lista antimafia a suo sostegno, tra i nomi, come capolista, è spuntato quello di Daniele Piervincenzi, conduttore e giornalista che a Ostia, durante una intervista, fu picchiato dal boss Roberto Spada. «Al momento nessuno mi ha contattato, io continuo a fare il giornalista», dice Piervincenzi. La sindaca ha già dato un incarico a Federica Angeli, giornalista minacciata dai clan di Ostia e sotto scorta, che è diventata delegata alle periferie. Una nomina che ha aperto il dialogo con alcune anime del Pd. Per Angeli si pensa a un ruolo anche nella prossima eventuale giunta come possibile vice di Raggi.

La ricerca nel mondo dei volti noti resta complicata così come il rapporto con il mondo cattolico. «Le manca una strategia, la vicinanza di cui si è scritto con il Papa non ha avuto grossi effetti nell’associazionismo, nelle parrocchie, c’è la non ostilità di Sant’Egidio, ma anche l’inimicizia dell’Opus Dei. Senza quell’universo, visti i non esaltanti cinque anni trascorsi, tornare sindaca è missione impossibile», dice un imprenditore influente negli ambienti cattolici.

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