Qualche anno fa, con la costruzione di droni sempre più piccoli e sofisticati, si era ipotizzato la consegna a domicilio di pizze o dei pacchi dei courier o di Amazon. Ma la criminalità organizzata ha superato ogni aspettativa portando già da tempo nelle carceri droga e cellulari e nei giorni scorsi, nel carcere di Frosinone, addirittura una pistola calibro 7,65 con la quale un detenuto ha sparato contro tre compagni di carcere. Non c’è da stupirsi.

Già da tempo esistono in commercio droni che sono piccoli elicotteri a quattro o sei eliche (anche auto costruiti), alimentati da batterie al litio e silenziosissimi, che possono essere mantenuti per molte ore davanti a una finestra aperta registrando – o trasmettendo a terra – immagini fisse, video e conversazioni anche telefoniche. Così, illustri carcerati di mafia, se non c’è una stretta sorveglianza attorno alle carceri, possono mandare messaggi audio e video ai loro compari al posto dei papelli.

I droni

Le guardie esterne al carcere di Frosinone hanno detto di aver sentito un “ronzio” ma di non aver visto il drone. Infatti, il termine “drone” fu coniato cento anni fa perché il ronzio dei primi modelli assomigliava al rumore che fa il maschio dell’ape, il fuco, in inglese drone. Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a uno sviluppo vertiginoso di queste macchine, sia per uso militare sia civile. Vediamo allora in breve cosa sono oggi i droni. Sono aerei, senza pilota a bordo, pilotati da remoto che possono volare per oltre venti ore su un’area assai vasta e raccogliere informazioni di ogni tipo, grazie a videocamere ad alta definizione e sofisticati sensori che, ad esempio, rilevano la presenza di una persona a terra da 10mila metri di altezza.

Quelli militari sono dotati anche di armi. Esistono diversi modelli di droni, che vanno dal peso di qualche centinaio di grammi a diverse tonnellate di un jet da quindici posti, come il Global Hawk della Northrop Grumman, che può volare a 40mila metri di altezza (non essendo pressurizzato perché non ha persone a bordo), in qualsiasi condizione meteo, dagli Stati Uniti all’Afghanistan e ritorno senza scalo. I droni con peso fino ad alcune decine di chili sono guidati a vista da una piccola attrezzatura portatile. Quelli di peso maggiore sono guidati via satellite da complesse stazioni di terra, lontane anche molte migliaia di miglia dalla zona di volo, che si presentano come la cabina di pilotaggio di un aeromobile di linea.

I droni armati impiegati dagli Stati Uniti nei teatri di guerra come era l’Afghanistan o l’Iraq, sono infatti pilotati da Langley in Virginia (sede della Cia). La responsabilità e l’attenzione di un pilota sull’aereo è molto diversa da quella di un pilota comodamente seduto a Langley davanti a una birra che deve decidere se colpire un obiettivo che vede solo sullo schermo. Così si spiegano i molti errori operativi avvenuti anche recentemente in Afghanistan. Tuttavia, questo problema si pone anche per i piloti di droni civili di peso elevato.

L’impiego civile dei droni

L’impiego civile di queste macchine può essere essenziale per la sicurezza dei cittadini. Un drone può essere usato per la sorveglianza delle coste e dei confini, per prevenire l’immigrazione illegale o attività criminose. Droni anche più piccoli di un aereo da turismo possono essere impiegati per scopi di protezione civile come la sorveglianza di porti, aeroporti, centrali nucleari o altri siti sensibili per prevenire atti terroristici o disastri naturali. In altre parole, per la sicurezza.

Durante il disastro nucleare di Fukushima in Giappone i droni sono stati impiegati per raccogliere campioni della nube nucleare nelle zone circostanti e guidare l’evacuazione della popolazione. Dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 i danni furono valutati subito dopo grazie all’uso dei droni. Piccoli droni sono ormai utilizzati giornalmente dalle forze di polizia per controllare il traffico o le manifestazioni.

Tuttavia questi mezzi stanno ponendo anche seri problemi etici, psicologici, sociali, giuridici e politici. Uno dei temi che maggiormente preoccupa le autorità di governo è quello della privacy in relazione alla raccolta di dati la cui destinazione e utilizzo spesso non sono chiari. La giurisprudenza ci offre già molti casi di acquisizione illegale di immagini di famosi attori nelle loro proprietà. L’altro grande tema è quello della responsabilità civile. Si pensi a un piccolo drone che impatta sul motore di un aereo di linea in fase di decollo o atterraggio e ne provoca la caduta. Chi pagherà gli enormi danni a persone o cose?

La normativa di riferimento

La Commissione europea ha redatto una roadmap fino al 2030 per l’inserimento dei droni civili con peso superiore a 25 chili nello spazio aereo comune, studiando anche gli aspetti di responsabilità, assicurazione, privacy, accettazione da parte del pubblico ed etica. Al di sotto di questo peso le autorità di aviazione civile di ogni paese membro dell’Unione europea ha regolato l’uso di queste macchine. L’agenzia delle Nazioni unite per l’aviazione civile (Icao) sta lavorando per un regolamento per i grandi droni che attraversano anche i confini tra due stati, ma ultimamente è intervenuta anche sui piccoli droni, preoccupata per i problemi che questi stanno creando, spesso volando in base a normative locali diverse da paese a paese.

L’Icao vuole giustamente arrivare a una normativa valida in tutto il mondo, che regoli le licenze degli operatori e dei piloti, le responsabilità, le assicurazioni e la difesa della privacy.

L’uso dei droni militari è regolato da una serie di norme, principalmente quelle che riguardano gli standard di sicurezza fissati dalle autorità civili e militari riguardo al loro impiego in ambienti diversi. Vi sono poi norme internazionali sui conflitti armati (Loac – Laws Of Armed Conflict), norme nazionali, caveats e norme nazionali d’ingaggio.

Infine, per i piloti civili e militari si dovrà redigere un code of conduct basato su princìpi etici per facilitare l’inserimento di queste macchine nello spazio aereo comune e per evitarne un uso sconsiderato da parte dei militari. L’episodio di Frosinone ha messo in risalto i pericoli di un uso improprio dei droni accanto alle loro enormi potenzialità positive per obiettivi di protezione civile e per migliorare la sicurezza in generale. Proprio per controllare il perimetro delle carceri si potrebbero utilizzare i droni contro i droni.

 

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