In una lettera indirizzata al premier, Giuseppe Conte, il country managaer di Easyjet Italia, Lorenzo Lagorio,  ha annunciato che la compagnia aerea «sta programmando di ridurre di nove unità la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da sette a quattro quelli basati all’aeroporto di Napoli e da sette a due quelli basati presso lo scalo di Venezia». 

Lagorio ha ricordato che Easyjet ha «investito costantemente nel mercato italiano negli anni passati arrivando a trasportare oltre venti milioni di passeggeri da e per gli aeroporti italiani nel 2019» e che la scelta odierna è «difficile, ma necessaria per garantire la sostenibilità del business di Easyjet nel lungo termine sul mercato italiano». Il country manager ha quindi «ribadito con forza l'impegno di Easyjet nei confronti del nostro paese che è, e rimane, uno dei principali mercati europei della compagnia».

Lagorio ha concluso la sua missiva chiedendo «a gran voce un intervento deciso del governo italiano con misure che tutelino il settore nel suo complesso e favoriscano la ripresa del traffico aereo» e  ringraziando «tutti i 1500 dipendenti di Easyjet in Italia per l'impegno, la passione e il sacrificio mostrato in questi mesi così duri».

Il settore del trasporto aereo è uno dei più colpiti dagli effetti economici della pandemia da Covid-19 e secondo l’Associazione internazionale del trasporto aereo, il traffico di passeggeri non tornerà ai livelli pre crisi prima del 2023.


Pubblichiamo qui sotto la lettera completa del country manager di Easyjet, Lorenzo Lagorio.

Egregio Presidente,

Come saprete, il mercato del trasporto aereo sta affrontando una crisi senza precedenti a causa dell’emergenza sanitaria, del conseguente crollo della domanda di viaggio e delle diverse restrizioni di viaggio adottate per contenere gli effetti della pandemia.

Come tutte le compagnie aeree globali, anche easyJet, che è presente in Italia da oltre 20 anni e occupa oggi quasi 1500 dipendenti nelle basi di Milano Malpensa, Venezia e Napoli, ha dovuto intraprendere delle azioni drastiche per salvaguardare la continuità aziendale e tutelare i posti di lavoro sul lungo periodo. Quest’anno, il settore del trasporto aereo ha subito un vero e proprio crollo del traffico passeggeri: dopo una timida ripresa estiva, IATA ha peggiorato le previsioni stimando per il 2020 un calo del traffico di quasi il 70% rispetto all’anno precedente.

L’associazione internazionale del trasporto aereo stima che l’anno prossimo i ricavi delle compagnie aeree scenderanno di oltre il 50% rispetto a quanto previsto prima della crisi e che bisognerà attendere il 2024 prima che il traffico aereo ritorni ai livelli del 2019. Nonostante le misure messe in atto, per la prima volta nella sua storia easyJet ha chiuso l’anno finanziario 2020 (concluso il 30 settembre) in perdita.

A maggio abbiamo annunciato un significativo ridimensionamento della flotta e un conseguente piano di ottimizzazione di basi e rotte in tutto il network europeo. Alla luce di quanto sopra si rende necessario e non più differibile un piano di riorganizzazione anche per il mercato italiano che coinvolgerà l’operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino.

La compagnia sta dunque programmando di ridurre di 9 unitá la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati presso lo scalo di Venezia. Questa valutazione è frutto di un’attenta analisi e rientra nel piano strategico di easyJet che vede la compagnia focalizzata a ottimizzare il proprio network e garantire la profittabilità delle proprie basi in tutti i paesi per far fronte alla continua ed incerta evoluzione del mercato.

In questo contesto confermiamo sin d’ora la nostra disponibilitá a collaborare con le organizzazioni sindacali e con le istituzioni nazionali e locali con l’obiettivo di mitigare l’impatto sociale di questa sofferta decisione. Cogliamo infine l’occasione per reiterare la richiesta di un intervento da parte del Governo e l’adozione di misure a sostegno dell’intero settore, che favoriscano la ripresa del traffico aereo e la salvaguardia dell’occupazione.

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