Alta parrucchieria. È stata una movimentata vigilia quella della nazionale svizzera, in vista della gara di stasera alle 21 contro l'Italia allo stadio Olimpico di Roma, valida per gli Europei 2021. Ma la tensione per la partita o il disappunto per la mancata vittoria contro il Galles a Baku lo scorso sabato c'entrano nulla. A creare sconcerto, e successivamente disappunto, è stata la chioma biondo platino di Granit Xhaka.

Ansioso di farsi notare in quello che potrebbe essere il suo prossimo stadio (la Roma sta provando a portarlo in giallorosso), il centrocampista dell'Arsenal ha trovato un modo sicuro per non passare inosservato. Quanto al giudizio estetico, meglio soprassedere. Di biondi da spot dei soft drink siamo circondati, dunque ci si è fatta l'abitudine. Ci limitiamo a registrare lo sconcerto di Leonita Lekaj, la moglie del centrocampista, certificato attraverso una chiamata via FaceTime di cui ovviamente è stata messa traccia su Instagram. Che si dia tutto in pasto al pubblico, come da canone della società narcisizzata.

La Brigata Mèches

Dunque il centrocampista che piace alla Roma si è messo in testa un'idea meravigliosa e l'ha realizzata. Non è il solo. A farsi platinare ha provveduto anche Manuel Akanji, difensore centrale del Borussia Dortmund con doppio passaporto svizzero-nigeriano, mentre Nico Elvedi si è limitato a farsi dare una mesciata. Insomma, una bella scossa metrosexual che con buona pace dell'amico e collega Massimo Coppola dice che stasera, quanto a stile da maschio metropolitano androgino e ossessivamente estetizzante, gli svizzeri stracceranno i nostri 5-0. Soltanto una goleada azzurra potrà suturare una così profonda ferita per l'orgoglio patrio. Per il momento rimane la sensazione di aver beccato un gol in contropiede, al primo minuto e in casa, dalla Brigata Mèches elvetica.

Ma gli svizzeri, invece, come l'hanno presa? Non bene. E non soltanto perché la truppa metrosexual, soltanto pochi giorni fa, ha subìto il pari dai ruvidi gallesi grazie a un gol segnato da Kieffer Moore con la fronte spaccata e coperta da una vistosa fasciatura rossa, altro che hair style. Ma ciò che più di ogni altra cosa ha creato polemica è stata l'ipotesi che i calciatori, così attenti alla messa in piega, abbiano violato le rigide norme sanitarie imposte dalla pandemia. Ciò che ha costretto il responsabile della comunicazione della federcalcio svizzera, Adrian Arnold, a cimentarsi nella prestazione professionale più surreale della propria carriera.

L'amico parrucchiere

Arnold ha dovuto precisare alcuni dettagli sulla parrucchieria rossocrociata. Ha dichiarato che, oltre ai tre sbiondati, altri calciatori della comitiva elvetica ne hanno approfittato per farsi dare una spuntatina. E ha aggiunto alcune informazioni sul parrucchiere: non è italiano, si è presentato in hotel esibendo tampone negativo e ha indossato la mascherina per l'intera durata delle prestazioni professionali.

Soprattutto, è venuto fuori che l'uomo cui è stato affidato lo splendore tricologico che gli svizzeri opporranno agli azzurri è amico personale di Manuel Akanji, colui che potrebbe figurare da capitano della Brigata Mèches. In questo senso parla un precedente che l'anno scorso di questi tempi in Germania provocò polemiche anche più aspre.

Successe che Akanji e un compagno di squadra del Borussia Dortmund, Jadon Sancho, si sottoposero al trattamento di un parrucchiere vip di Düsseldorf. Che poi postò su internet le foto della prestazione, dalle quali si evinceva che né lui né i due calciatori indossassero la mascherina durante il trattamento di parrucco.

Il nostro biondo pane e cioccolata

Niente da fare, c'è sempre una foto che li frega. Gli svizzeri e i calciatori in generale. Se non postano o non vengono postati, pensano di non esistere. E se serve sbiondarsi, si fa. In questo noi siamo oltre. Sia perché ci mostriamo post-estetici tramite tv di stato, mandando in Svizzera l'eterno Saverio Montingelli, per di più a realizzare originalissime interviste con italo-svizzeri cui è stato chiesto per chi tiferanno stasera. Sia perché con la storia degli sbiondamenti svizzeri in prossimità delle partite di calcio abbiamo dato col Nino Manfredi di Pane e Cioccolata. Intenzionato a nascondere la propria identità di immigrato, ma poi incapace di trattenere l'esultanza dopo un gol della nazionale azzurra. Ma se lo avesse intervistato Montingelli nel pre-partita, avrebbe risposto in tedesco maccheronico che no, lui per gli azzurri mai.

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