All’ex presidente della Camera viene contestato di avere aiutato a evadere imposte ingenti. In particolare, reimpiegando il denaro in attività imprenditoriali e finanziarie. «Sono innocente», il commento di Pivetti all’uscita dell’aula
I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno confermato la condanna per l'ex presidente della Camera Irene Pivetti accusata di autoriciclaggio ed evasione fiscale. Il 26 settembre 2004 i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano avevano condannato a 4 anni l'imputata e avevano disposto la confisca di oltre 3,4 milioni di euro. La conferma riguarda anche gli altri due imputati: il pilota di rally Leonardo Isolani e la moglie Manuela Mascoli che in primo grado erano stati condannati a due anni.
L'inchiesta milanese vede al centro una serie di operazioni commerciali. Tra queste, la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per nascondere l'evasione fiscale. A Pivetti, in qualità di legale rappresentante di una società con sede in Polonia e di un'altra a Hong Kong, viene contestato, insieme agli altri indagati, di avere aiutato a evadere ingenti imposte. In particolare, l’ex politica della Lega avrebbe evaso tasse e poi rimpiegato il denaro in attività imprenditoriali e finanziarie che le sono costate l'accusa di autoriciclaggio.
«Sono tranquilla, la verità è che sono innocente, leggeremo le motivazioni», il commento di Pivetti, presente in aula alla lettura del verdetto a fianco del suo legale Filippo Cocco che aveva chiesto l'assoluzione. Le motivazioni sono attese entro novanta giorni.
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