Un tavolo tra istituzioni e aziende per discutere della filiera delle telecomunicazioni tra crisi economica del settore e avvio del Pnrr. Un primo incontro si svolgerà domani, 24 maggio, presso il ministero dello Sviluppo economico con la partecipazione del ministro Giancarlo Giorgetti, del titolare dell’Innovazione tecnologica Vittorio Colao, della sottosegretaria allo Sviluppo economico, Anna Ascani, delle delegazioni di AssoTelecomunicazioni, degli amministratori di alcune imprese e delle organizzazioni sindacali.

La filiera delle telecomunicazioni in Italia sta attraversando un momento tutt’altro che favorevole con una contrazione dei ricavi causata soprattutto dalla forte competizione. Questo ha costretto gli operatori ad abbassare i prezzi arrivando al punto di non riuscire neanche a recuperare il tasso di inflazione. 

Nel 2021 i prezzi sono scesi di quasi il 3 per cento (si tratta del calo più significativo a livello europeo), mentre il valore complessivo dei ricavi per gli operatori delle telecomunicazioni ha toccato i 28 miliardi di euro (ed è già in calo anche nel primo trimestre del 2022).

Gli operatori rivendicano di aver investito nell’ultimo decennio, dal 2010 al 2020, oltre 70 miliardi di euro, soprattutto per costruire l’infrastruttura per la banda ultralarga. Secondo il rapporto Agcom pubblicato ad aprile 2022, nel 2021 il numero di accessi superiori a 100 Mbps è cresciuto del 20 per cento. E dal 2019 al 2021 sono cresciuti anche i volumi di traffico dati da fisso (+79 per cento) e da mobile (+107 per cento).

A fronte di queste dinamiche di mercato gli operatori e le associazioni di categoria vorrebbero avere più garanzie dal governo. E l’incontro di domani nasce proprio da questa esigenza. Dopotutto, sottolineano, dalle reti di telecomunicazioni passano molti dei progetti di riforma del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per questo, tra le proposte di cui discuteranno insieme ai ministri competenti, oltre a interventi per favorire nuove assunzioni, c’è il sostegno economico al Fondo di solidarietà bilaterale per la filiera delle tlc, ma anche un intervento a livello comunitario. Convinzione delle associazioni di categoria, infatti, è che le Big tech, che sono le principali fruitrici degli investimenti sostenuti dagli operatori, contribuiscano economicamente in base a ciò che utilizzano.

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