Dopo essere stata bloccata per mesi da un fermo amministrativo delle autorità italiane, la Sea Watch 3, da anni impegnata in operazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, ha abbandonato il porto della città spagnola di Burriana in possesso di una «certificazione di sicurezza» rilasciata dalle autorità di Madrid. L’annuncio è stato dato dalla Ong stessa su Twitter.

Bloccata da luglio 

La nave della ong tedesca era sottoposta a un fermo amministrativo da luglio dopo che, durante un’ispezione a bordo, la Guardia costiera aveva riscontrato «diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo», oltre ad alcune «violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino». Sea Watch ha più volte accusato le autorità di avere emesso l’ordinanza con finalità politiche volte a fermare le sue operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. 

La vicenda del 2019

La Sea Watch 3 era stata sotto i riflettori mediatici nel giugno del 2019 quando l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non aveva concesso l’approdo nei porti italiani alla nave che aveva a bordo decine di migranti salvati ala largo delle coste libiche. La comandante dell’imbarcazione, Carola Rackete, aveva comunque deciso di entrare nelle acque italiane ed era stata accusata di avere speronato le navi della guardia costiera. Una volta attraccato in Italia, Rackete era stata arrestata e liberata dopo quattro giorni.

La Germania aveva protestato per il suo arresto e si era offerta insieme ad altri paesi europei di accogliere i migranti a bordo per porre fine alla crisi. La magistratura italiana ha in seguito aperto un’indagine su Rackete accusata di avere commesso diverse violazioni in materia di migrazioni clandestine. Il legale della capitana aveva a sua volta denunciato Salvini per diffamazione accusandolo di avere aizzato gli italiani contro di lei. 

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