Attilio Fontana, il presidente della regione Lombardia, non ha detto tutta la verità sull’eredità da 5,3 milioni custoditi nei conti svizzeri intestati alla madre. Non ha spiegato, per esempio, perché a ottobre 2016 ha pagato sanzioni all’Agenzia delle entrate per oltre 57mila euro. Sanzioni per omessa dichiarazione nel quadro Rw, ossia la sezione della dichiarazione dei redditi dove devono essere indicate le attività estere.

Proprio per aver aderito allo scudo fiscale si è garantito un super sconto, che gli ha permesso di versare una piccola somma rispetto al totale depositato nella vicina Svizzera. La conferma della multa pagata da Fontana è negli allegati al fascicolo sulla voluntary disclosure presentata il 24 settembre 2015: si tratta della procedura dello scudo fiscale varato dal governo Renzi nel 2014.

Il governatore ha versato le sanzioni contestualmente alla regolarizzazione dei redditi esteri detenuti dalla madre, che ha lasciato in eredità a Fontana il conto numero 247-679102 intestato alla società Trust Montmellon valley Inc. con sede a Nassau, Bahamas e gestito da una sorta di fondazione familiare, di Vaduz, nel piccolo stato del Lichtenstein. 

Beneficiaria di questo conto era Maria Giovanna Brunella, la mamma di Fontana, il quale invece era indicato quale erede beneficiario in caso di morte della signora. La cifra ereditata e regolarizzata con lo scudo fiscale da Fontana è di 5,3 milioni di euro.

Una somma che nel 2009 era pari a 4,5 milioni, depositata su due conti. Il governatore è indagato dalla procura di Milano per l’affare dei camici, forniti alla regione dalla ditta del cognato e della moglie.

Un pasticcio dal quale sono emerse le fortune elvetiche del presidente: la fornitura dei camici fatta passare ufficialmente da donazione stava per essere saldata personalmente da Fontana tramite un suo conto svizzero schermato da una società fiduciaria con sede in Italia così da far sembrare il bonifico da 250mila euro come un flusso partito dall’Italia.

Il conto del 1997

La madre aveva 82 anni quando nel 2005 ha aperto il conto schermato tra Bahamas e Lichtenstein. L’anno successivo Fontana diventerà sindaco di Varese e lo sarà per i dieci anni successivi: lo è anche quando deciderà di aderire allo scudo fiscale.

La madre di Fontana era una dentista, il padre era medico di Induno Olona, provincia di Varese, dove è cresciuto e ha fatto il sindaco Attilio Fontana dal 1995 e il 1999. Sono gli anni in cui Fontana diventa procuratore del primo conto estero della madre, aperto alla veneranda età di 74 anni, come rivelato da Domani a luglio scorso. Intestato alla donna, ma sul quale Fontana era delegato a operare, cioè era autorizzato a compiere operazione di qualunque tipo.

La signora Brunella è morta a 93 anni, nel giugno 2015. A settembre Fontana ha avviato la regolarizzazione del patrimonio estero ereditato dalla madre. Si è rivolto a Valerio Vallefuoco, avvocato, fiscalista, esperto in materia fiscale internazionale. Nello suo studio a fine settembre ha acquisito documentazione la guardia di finanza che, coordinata dalla procura di Milano, sta cercando di capire l’origine dei fondi finiti conti svizzeri ereditati e scudati da Fontana.

Come ha fatto la famiglia Fontana ad accumulare una fortuna tale in Svizzera? «Era un conto che avevano i miei genitori, una cosa purtroppo di moda a quei tempi» si era difeso il governatore, omettendo di dire che su uno dei conti era lui il delegato a operare. Infine ha escluso che il tesoretto fosse frutto di evasione fiscale, «i miei hanno sempre pagato tutte le tasse, mio papà era dipendente della mutua, mia madre era una super-fifona».

Curioso che non abbia chiesto ai genitori il motivo visto che dal ’97 al 2005 era il procuratore del conto, come confermano i documenti.

La sanzione di Fontana

«Che vadano a vedere tutto quello che vogliono, è un’eredità, scudata, regolarizzata, tracciabile e assolutamente ufficiale», aveva dichiarato Jacopo Pensa, l’avvocato del presidente nelle settimane calde di luglio in cui i conti svizzeri della famiglia Fontana avevano conquistato le prime pagine dei giornali. Sebbene Fontana abbia effettivamente utilizzato lo scudo fiscale, non era nota la cifra pagata per sanare «le violazioni oggetto di emersione commesse dal 2009 al 2013», si legge nella rel azione allegata al fascicolo della voluntary.

Violazioni «realizzate attraverso la non indicazione nelle dichiarazione dei redditi delle attività finanziarie all’estero». Tradotto: un’evasione fiscale lunga cinque anni. Anche su questo aspetto il governatore non ha mai chiarito quanto ha dovuto pagare e quante sanzioni ha versato.

Dai documenti ottenuti si scopre che per regolarizzare i redditi esteri della madre con lo scudo fiscale ha versato più di 64mila euro. A questi si aggiungono i 57.138mila euro per sanzioni relative all’anno 2013 che fanno capo direttamente a Fontana. In tutto, quindi, sono 121mila euro pagati al fisco.

Perché Fontana ha versato questa somma oltre a quelle dovute per sanare la posizione della madre? Lo abbiamo chiesto a Sebastiano Stufano, dell’omonimo studio legale tributario di Milano: «Si può dire con ragionevole certezza che si tratta di una regolarizzazione fatta per l’omessa dichiarazione di disponibilità estere da parte del procuratore del conto corrente, beneficiando di un cospicuo sconto», dice Stufano. Dunque Fontana non era solo erede, come ha sempre detto?

«Dai documenti letti», ribadisce, «c’è la ragionevole certezza che fosse delegato a operare sul conto corrente della madre». Domani ha consultato altri due esperti, entrambi confermano che si tratta di una sanzione in capo a Fontana e non relativa alla madre. Alle nostre domande, inviate all’ufficio stampa, il presidente non ha risposto. Ha preferito ancora una volta il silenzio.

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