A Roma in queste sere d’ottobre c’è ancora un’aria mite che fa venir voglia di passeggiare. Francesco Valdiserri camminava sul marciapiede di via Cristoforo Colombo quando è stato investito da un’auto uscita di strada ed è morto. Diciotto anni, il diploma di maturità ancora fresco, due genitori noti e una vita davanti. Tutto finito. La fine della giovane vita di Francesco, per quanto drammatica, è solo l’ultimo atto di un’epopea urbana che si consuma sulle strade della capitale. Una spia di un problema ben più grave di cui l’amministrazione capitolina dovrà farsi carico.

I dati

Ma partiamo dai dati. Il 6 ottobre scorso l’istituto nazionale di statistica, l’Istat, ha pubblicato un report sugli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2021. Dall’analisi dei dati emerge che in provincia di Roma il numero di incidenti mortali (121) supera quello registrato nelle province delle altri grandi città italiane: Milano, Torino, Genova e Napoli. Roma si conferma, da questo punto di vista, la città più pericolosa d’Italia. 

È in calo rispetto ai due anni precedenti il numero di pedoni morti: 32 nel 2021 contro i 40 del 2020 e i 42 del 2019. Tuttavia, e questo dato è allarmante, nella sola città di Roma si registra il 44 per cento del totale di morti in Italia a causa di incidenti avvenuti alla guida di un monopattino elettrico.

A causare gli incidenti sono per più della meta dei casi (il 52,6 per cento) la distrazione alla guida e il mancato rispetto della segnaletica, mentre si riduce la percentuale di incidenti causati dal mancato rispetto dei limiti di velocità (27,9%).

Le cause

Un tasso di insicurezza tale sulle strade è riferibile oltre a ragioni legate alla responsabilità personale a un problema di tipo strutturale. Uno studio del 2018 sulla Green Economy dimostrava che Roma era la città italiana con il più alto tasso di utilizzo di mezzi privati negli spostamenti: il 65 per cento. A Bolzano, Bologna, Ferrara, Firenze, Milano, Pisa, Torino e Venezia a preferire scooter e auto ai mezzi pubblici sono meno del 50 per cento delle persone. Il confronto con le città europee, tuttavia, appare impietoso anche in questo caso. A Londra il 37 per cento degli spostamenti viene coperto con un mezzo privato, contro il 30 per cento di Berlino, il 26 per cento di Madrid e il 15,80 per cento di Parigi.  

A scoraggiare l’utilizzo dei mezzi pubblici concorrono diversi fattori, tra questi la scarsa sicurezza percepita. L’associazione Road 50%, in collaborazione con l’assessorato per le Pari opportunità, ha somministrato a 1.800 partecipanti un questionario in cui chiedeva quanto si sentissero sicuri a spostarsi con i mezzi pubblici. Ne è emerso che le fonti di insicurezza sono la scarsa illuminazione di alcune fermate, i frequenti episodi di molestie subite dalle donne, e la percezione di scarsa sicurezza in alcune fermate della metro, prime tra tutte Termini.

La manifestazione di Vivinstrada

A maggio del 2022 l’associazione Vivinstrada ha organizzato una manifestazione nella capitale a piazza Santi Apostoli per «per richiamare l’attenzione di cittadini, istituzioni e media sulla strage stradale». In quell’occasione i manifestanti hanno duramente attaccato “Vision zero”, un progetto nato in Svezia alla fine degli anni Novanta che punta ad azzerare il numero di vittime sulla strada, ma che le altre città europee hanno adottato ponendosi come orizzonte temporale il 2050.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, poco dopo il suo insediamento, ha presentato un piano di interventi per la messa in sicurezza di oltre 70 incroci pericolosi a Roma, parlando di "vision zero" e ponendosi come obiettivo quello di ridurre del 5 per cento i feriti e i decessi entro 10 anni. Un tempo troppo lungo per gli attivisti di Vivinstrada. 

L’ultima settimana 

Nell’ultima settimana, o meglio negli ultimi cinque giorni, i morti sulle strade romane sono stati sei. Da inizio anno già oltre cento, rendendo probabile il superamento del numero di vittime del 2021. L’ultima delle quali è stata Francesco Valdiserri. «Il mio 18enne meraviglioso non c’è più. Il mio bambino che aveva a cominciato a correre nella vita. Un’auto nella notte lo ha investito e non tornerà. Nulla più tornerà. Nulla ha più senso. Nulla», ha scritto sua madre, la giornalista Paola Di Caro, su Twitter. Al suo straziante post hanno risposto in segno di vicinanza molti utenti, tra cui Enrico Letta e Giorgia Meloni

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