«Se siete dipendenti di una azienda, rubate attrezzi da lavoro e provocate deliberatamente danni alla società con le vostre azioni, cosa pensate che succeda? Certamente venite licenziati. La stessa cosa dovrebbe accadere se siete amministratori di una grande società, ma in Italia non accade, perché interviene la politica a tutelare gli amministratori potenti». 

Il deputato e segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, riprende l’inchiesta pubblicata nei giorni scorsi sulle pagine di Domani, con riferimento al ruolo giocato nel caso Condotte dall’allora ministro dello Sviluppo economico e oggi del Mef, Giancarlo Giorgetti. 

Come svelato da questo giornale, il leghista nell’ottobre 2021 firma un decreto, dopo aver ricevuto parere favorevole da parte dell’avvocatura di Stato, in cui si impedisce di estendere l’amministrazione straordinaria della società Condotte d’acqua, fallita, ai patrimoni di Isabella Bruno Tolomei, oggi indagata insieme al marito Duccio Astaldi per bancarotta fraudolenta.

Una decisione, quella del ministro, a cui si rifarà la sezione fallimentare del tribunale e che, di fatto, sembrerebbe aver   penalizzato i creditori della spa e, al contempo, protetto il re e la regina del calcestruzzo. 

«Il ministro tutt’ora in carica ci ha tenuto a scrivere in un documento ufficiale che non sono stati ravvisati elementi a supporto della tesi per cui Bruno Tolomei e gli altri amministratori abbiano utilizzato per fini personali le risorse e i dipendenti dell’azienda – continua Fratoianni, ripercorrendo l’inchiesta di Domani – E questa valutazione avrebbe indotto il ministro  a chiedere che gli amministratori non rispondessero personalmente dei danni fatti. Ma la procura ha smentito in maniera netta e clamorosa il ministro». 

Tutti motivi per cui, si legge sempre nella nota di Fratoianni pubblicata sui suoi social, «Giorgetti ora deve dare delle spiegazioni sul perché abbia tutelato i ricchi e potenti amministratori di Condotte d’acqua spa». 

Scrive il deputato: «Giorgetti deve spiegazioni perché sono casi come questo che distruggono la fiducia delle persone nella politica e fanno passare il messaggio che se sbagli da povero cristo paghi fino all’ultimo centesimo, ma se hai le conoscenze giuste e frequenti salotti che contano, puoi combinare un disastro e sarai sempre tutelato». 

Nel frattempo, come anticipato da Domani, a marzo i signori del calcestruzzo, Isabella Frigerio Bruno Tolomei e Duccio Astaldi, sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione indagine, insieme ad altri quaranta indagati. 

© Riproduzione riservata