Alla convention della Lega È l’Italia che vogliamo, in corso oggi a Roma, ci sarà anche Rudy Giuliani, già sindaco repubblicano di New York, che negli anni si è distinto per le sue tesi cospirazioniste, anche contro l’Ucraina. Giuliani interverrà alle 15.45 nel panel geopolitica e le relazioni internazionali che vogliamo, dialogando con Lorenzo Fontana, responsabile Esteri del partito di Matteo Salvini e Christian Masset, ambasciatore di Francia.

Giuliani, all’epoca avvocato personale dell’allora candidato Donald Trump, durante la campagna elettorale americana nel 2020 aveva cercato prove per creare un nesso tra le attività di Joe Biden da vicepresidente e il lavoro di suo figlio Hunter in Ucraina.

Non è mai emersa nessuna prova che dimostri che Biden abbia sfruttato la sua posizione per aiutare il figlio o che abbia ricevuto benefici dall’impiego di suo figlio, ma Giuliani è stato uno dei protagonisti della storia con cui Trump sperava di vincere le elezioni. La ricerca di passi falsi del candidato democratico è costato a Trump una richiesta di impeachment.

Le accuse

Giuliani voleva procurarsi documenti che avrebbero potuto incriminare il candidato democratico, e materiale compromettente sul figlio Hunter. All’epoca sono emersi sospetti che l’ex sindaco avesse avuto rapporti con persone che la stessa amministrazione Trump aveva avuto con l’intelligence russa. 

Da un’indagine successiva del Fbi è emerso che Giuliani potrebbe aver infranto la legge americana, secondo cui gli statunitensi che lavorano per i governi esteri devono iscriversi a un registro speciale.

L’avvocato avrebbe, infatti, aiutato economicamente il pubblico ministero nazionale ucraino a continuare la sua ricerca e lo avrebbe ulteriormente pagato per rendere pubbliche le sue accuse ai Biden.

Fin dal 2019 l’Fbi era a conoscenza del fatto che Giuliani fosse diventato l’obiettivo di un’operazione dell’intelligence russa che aveva come finalità quella di danneggiare il candidato democratico. L’ex sindaco era già stato in contatto con un deputato ucraino identificato dai servizi segreti americani come agente russo. Di fronte a queste accuse, Giuliani si era lanciato in una difesa per denunciare un presunto complotto contro di lui.

Il rapporto con Salvini

Il leader della Lega nel 2020 aveva rilanciato su Twitter un video di Giuliani in cui spiegava che durante la pandemia: «Sono morti tutti quegli italiani perché i cinesi hanno mentito al mondo».

Il 7 agosto dello stesso anno, l’ex sindaco aveva twittato a sostegno di Salvini, all’epoca in difficoltà per il caso Open Arms: «Strumentalizzare i processi con accuse criminali per scopi politici è una grave violazione dei diritti civili e dei diritti fondamentali dell’uomo», ha scritto Giuliani.

Anche a luglio 2021, in vista delle elezioni amministrative di settembre, aveva detto in un’intervista di volere nella propria squadra proprio Giuliani. «A breve scioglieremo tutti i nodi, anticipo che mi piacerebbe coinvolgere l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani come consulente per la sicurezza e il decoro urbano in diverse città. Il suo modello di tolleranza zero sarebbe efficacissimo».

Non stupisce dunque l’invito da parte del leader leghista alla convention, che non coglie l’occasione per diradare le critiche alle posizioni controverse del partito sul conflitto ucraino. 

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