Dopo un annus horribilis, gli operatori turistici sono scesi in piazza a chiedere dignità. A centinaia si sono ritrovati in piazza del Popolo dove hanno manifestato per chiedere al governo un segnale concreto per una garanzia rimasta fuori dal decreto Ristori Bis e che per ora ha raccolto solo le briciole. Proprio nelle ore in cui a Palazzo Chigi si sta consumando una crisi di governo e allo stesso tempo si sta discutendo di come spendere le risorse del Recovery plan, gli operatori turistici chiedono un po' di attenzione per non rimanere ancora una volta ai margini.

Ma in piazza non c’erano solo gli agenti di viaggio, i più colpiti dalle misure del lockdown che ha paralizzato milioni di viaggi e viaggi di nozze, ma anche noleggiatori, impiegati del settore commerciale e idealmente ristoratori e albergatori che con le città deserte hanno visto azzerare il fatturato. Proprio ieri, l'Istat nell'analisi "Movimento turistico in Italia" ha registrato un drammatico crollo delle presenze straniere, pari a 190 milioni nei primi nove mesi del 2020, con il blocco quasi totale dei viaggi outbound.

«Fermi da marzo, come possiamo andare avanti così? Nel 2020, ho annullato 60 viaggi di nozze», racconta Alessia, titolare di un'agenzia costruita con tanti sacrifici in un quartiere periferico di Roma e che oggi è ridotta sul lastrico. «Solo al 60 per cento delle agenzie è arrivata la prima parte dei rimborsi previsti dal Mibact, relativi al primo trimestre. Vuol dire che è da luglio che non prendiamo una lira», ha raccontato la presidente del Movimento autonomo agenzie di viaggio Italia (Maavi), Enrica Montanucci, ai giornalisti. «Gli aiuti sono arrivati troppo tardi e con criteri non paritetici. Quindi c'è chi ha preso troppo e chi nulla. Il metodo deve essere diverso e deve essere dichiarato lo stato di crisi di un intero settore».

Domani pomeriggio ci sarà un secondo incontro in video conferenza tra ministero e tutte le sigle del settore per tracciare un percorso. Intanto però il Mibact ha stanziato per le 10mila agenzie di viaggio circa 450 milioni di euro. A fronte delle 7mila che hanno fatto domanda, il 60 per cento hanno ricevuto ristori, le altre hanno presentato irregolarità amministrative come Durc non pagati che non hanno permesso il ristoro.

Se il 2020 è stato terribile, il futuro non è più chiaro. Da settimane il dibattito si è concentrato sulla riapertura degli impianti sciistici, per salvare almeno la stagione invernale, mentre in Svizzera gli skilift non si sono fermati a danno del comparto italiano. La presidente Montanucci, durante la mattinata, ha incontrato la sottosegretaria al Turismo del ministero dei Beni culturali, mentre tra i manifestanti compariva il leader della Lega Matteo Salvini per il consueto bagno di selfie, accompagnato dall'ex ministro del Turismo Marco Centinaio.

Anche le altre forze politiche non hanno mancato l'appuntamento, mostrando vicinanza ad una piazza ed un comparto, quello turistico, che in Italia vale complessivamente il 13 per cento del Pil e 4,2 milioni di occupati. Cifre che non si possono ignorare, soprattutto ora che le urne sembrano più vicine.

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