Saggista, critico letterario e cinematografico e animatore di riviste come “Quaderni piacentini”, “Lo Straniero”, “Gli Asini”. Era nato a Gubbio nel 1937
Intellettuale, saggista, critico letterario e cinematografico, fondatore e animatore di molte riviste, Goffredo Fofi è morto all’età di 88 anni. Ha dedicato la sua vita a costruire una rete alternativa alla cultura del consumismo e dell’omologazione culturale, fuori dal coro, con la difesa di una “vocazione minoritaria”, di un'etica del dissenso, e della rappresentazione autentica della realtà sociale attraverso l'arte. di un'etica del dissenso, e della rappresentazione autentica della realtà sociale attraverso l'arte. In assoluta indipendenza, ha inteso la cultura, la letteratura e le arti come strumento di emancipazione.
Tra le riviste importanti che ha contribuito a fondare e di cui ha fatto parte, i “Quaderni piacentini”, “La Terra vista dalla Luna”, “Ombre rosse”, “Linea d’Ombra”, “Lo Straniero”. Attualmente dirigeva “Gli Asini”. È ricordato anche per il suo contributo fondamentale che ha portato alla rivalutazione di Totò e si è affermato come una delle voci più autorevoli della critica cinematografica italiana, scrivendo opere fondamentali come “Il cinema italiano. Servi e padroni” (Feltrinelli, 1971) – feroce critica del servilismo culturale e della mediocrità dell’industria cinematografica italiana, e “Dieci anni difficili. Capire con il cinema” (La casa Usher, 1985).
Era nato a Gubbio, in Umbria, il 15 aprile 1937. A 18 anni si è trasferito in Sicilia, dove ha collaborato con il filosofo e attivista Danilo Dolci, nella lotta a fianco dei disoccupati siciliani, per un’educazione popolare ispirata alla non violenza e contro la mafia. È l’inizio del suo impegno sociale e culturale, basato sui principi della giustizia sociale e del pacifismo. Gli “scioperi al rovescio”, azioni simboliche per rivendicare il diritto al lavoro, gli sono valsi una condanna all’espulsione dalla Sicilia con un foglio di via.
Negli anni Sessanta si è poi trasferito a Parigi, dove ha lavorato per la rivista di cinema Positif. Nel 1964 ha pubblicato il suo primo libro “L’immigrazione meridionale a Torino”, edito da Feltrinelli, in cui ha indagato lo sfruttamento da parte della grande industria del nord, soprattutto la Fiat, delle persone migrate dal sud.
Rientrato in Italia, Fofi ha fondato i “Quaderni piacentini” e scritto l’inchiesta dal titolo “L'immigrazione meridionale a Torino”. Nel 1967, ha fondato la rivista “Ombre rosse”, con un forte impegno politico e culturale.
Nel 1967 ha fondato a Torino “Ombre Rosse”, rivista di cinema militante, vicina ai movimenti studenteschi e operai. Nel 1972, a Napoli ha partecipato a un’importante esperienza educativa e politica: la Mensa dei bambini proletari. Oltre vent’anni dopo, nel 1997, ha fondato “Lo Straniero”, una rivista di cultura, politica società che diventerà centrale nel dibattito intellettuale italiano, fino alla chiusura avvenuta nel 2016. Da questa esperienza è nato l’omonimo premio, dedicato a personalità impegnate nei campi della cultura e dell'impegno civile.
Negli ultimi anni, Fofi ha diretto la rivista “Gli Asini” e le Edizioni dell’Asino, casa editrice indipendente che dà spazio a pedagogia, antropologia, critica culturale e letteratura marginale. Oltre al cinema, ha scritto su letteratura, pedagogia, teatro, politica e società.
© Riproduzione riservata



