Egregio direttore, (...) In data 23 agosto 2021 sono stati pubblicati sul quotidiano da Lei diretto gli articoli “La favola dei monopattini è soltanto un grande bluff”, a firma Andrea Malan, e “Tutto quello che non racconta del suo passato”, a firma Federico Marconi.

L’articolo a firma Andrea Malan riferisce una serie di fatti in modo parziale e omette di considerarne altri, con l’evidente risultato di associare, in maniera del tutto gratuita e pretestuosa, Salvatore Palella e la quotazione del gruppo Helbiz a un bluff, ovvero a una montatura, una finzione o, comunque, un’operazione priva di effettiva consistenza.

Il giornalista (...) prende le mosse dalle presunte e, a suo modo di vedere, oscure vicende personali di Salvatore Palella, per gettare sulla quotazione stessa l’ombra del discredito. (...)

Le circostanze riferite sono del tutto non veritiere. Nello specifico, relativamente alla vicenda di Witamine, il giornalista dimentica come, nell’ambito del procedimento che ha portato al sequestro e al dissequestro delle quote azionarie della società, Salvatore Palella non è mai stato indagato (...)

Quanto all’analisi dei dati finanziari ed economici e alla quotazione di Helbiz, l’uso di espressioni quali «capitali fumosi», «bilanci sospetti» e ricorso a «una scorciatoia verso la Borsa» induce nel lettore la convinzione che l’operazione di quotazione di Helbiz sia avvenuta in maniera non trasparente.

Si deve ricordare come in realtà – e di questo il giornalista ne è certamente consapevole, ma la circostanza è stata volutamente sottaciuta – che il processo di quotazione di una società al Nasdaq, anche attraverso Spac, è oggetto di una analisi accurata della società stessa da parte dell’Autorità di Vigilanza della borsa americana, ovvero la Sec, che evidentemente, al contrario del giornalista, ha ritenuto la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di Helbiz Inc. e del gruppo assolutamente adeguata agli standard richiesti per essere ammessi alla quotazione.

In particolare, oggetto dell’analisi della Sec è stata l’assoluta trasparenza del gruppo, con particolare riguardo alla struttura patrimoniale, finanziaria ed economica e dei senior managers, tra i quali Salvatore Palella.

Inoltre, pur essendo corrispondente al vero che molti degli investitori in Greenvision hanno chiesto la redemption della propria partecipazione prima della fusione con Helbiz, questo non è il segno di sfiducia verso la quotazione di una società, ma semplicemente l’opportunità di ottenere maggiori profitti dall’investimento iniziale.

Sullo specifico punto, si deve altresì rilevare che, se è vero il dato relativo alla consistenza delle redemptions, è altrettanto vero che quegli stessi soggetti hanno votato nella stragrande maggioranza favorevolmente alla fusione con Helbiz (...)

Particolarmente grave in quanto non rispondente alla realtà è la circostanza riportata dal giornalista per cui Salvatore Palella avrebbe utilizzato Helbiz «come un conto corrente», inducendo nel lettore l’idea che il medesimo si sia appropriato, per scopi e usi personali, di fondi della società; nulla di tutto ciò, come peraltro ammesso dallo stesso giornalista, è effettivamente avvenuto.

Infine, si deve evidenziare come i profili della vita personale di Salvatore Palella, quale il fatto che abbia sposato un ex modella, nulla hanno a che vedere con la quotazione di Helbiz e la bontà dell’iniziativa imprenditoriale, ma sono ancora una volta unicamente il segno che attraverso un attacco del tutto gratuito alla persona di Salvatore Palella si vuole indurre nel lettore la convinzione che la quotazione di Helbiz sia un «bluff».

È appena il caso di rilevare come l’immagine restituita dall’articolo sia contraddetta dal fatto che investitori istituzionali, all’esito di accurate analisi economiche e patrimoniali, attuali e prospettiche, hanno ritenuto di investire nel gruppo Helbiz complessivamente somme superiori ai 29 milioni di dollari.

Avvocato Lodovico Mangiarotti

Risponde Andrea Malan: Ringrazio il signor Palella e l’avvocato Mangiarotti per la loro attenzione e la loro lettera, anche se mi duole dissentire dalla definizione iniziale: una lettera di rettifica dovrebbe infatti correggere qualcosa di errato, mentre nella missiva non trovo alcuna correzione puntuale del mio articolo ma solo critiche generiche e attacchi ingiustificati – attacchi da cui non mi lascerò certamente intimidire.

Per amore di chiarezza voglio comunque rispondere su alcuni punti. Il tema indubbiamente più importante è quello della solidità finanziaria di Helbiz. Nell’esprimere dubbi in merito sono in buona compagnia; nel prospetto di fusione Helbiz-Greenvision, a pagina 373 i revisori dei conti della Marcum LLP scrivono – a proposito del bilancio Helbiz al 31 dicembre 2020: «La Società ha un significativo deficit di capitale circolante, ha subìto perdite significative e ha bisogno di raccogliere fondi aggiuntivi per adempiere ai propri obblighi e sostenere le proprie attività. Queste condizioni sollevano sostanziali dubbi sulla continuità aziendale della Società».

Nell’articolo descrivo l’utilizzo piuttosto disinvolto dei fondi Helbiz da parte di Palella, e il successivo loro rimborso; la circostanza viene definita «particolarmente grave» nella lettera. Ammetto che la mia scelta del termine “conto corrente” è solo un’approssimazione: quest’ultimo è infatti regolato da accordi ben precisi, e di ogni prelievo e versamento normalmente rimane traccia; nel caso dei prestiti a Palella «senza una data di rimborso prestabilita» e «senza accordi formali» citati dal prospetto, sono sicuro che l’avvocato saprà suggerirci una definizione più appropriata.

Trovo poi curioso il fatto che ci si accusi di aver «dimenticato (...) che nell’ambito del procedimento [Witamine] Palella non è mai stato indagato». Poiché io non ho scritto che Palella è stato indagato, l’accusa rischia di configurarsi come una excusatio non petita.

Un’osservazione, infine, sul fatto che ho citato il matrimonio del signor Palella «con una moglie americana, avvenente ex modella». La mia citazione era nell’ambito di un capitolo sui rapporti fra Palella e i media; il fatto che essa venga definita «un attacco del tutto gratuito alla persona di Salvatore Palella», lo trovo sbalorditivo. Intanto, è quasi offensivo nei confronti della signora Hoopes. Poi lo stesso signor Palella ha ampiamente sfruttato l’immagine della moglie anche in contesti professionali. Infine, avvocato, lei scrive che «i profili della vita personale di Salvatore Palella (…) non hanno nulla a che vedere con la quotazione di Helbiz». Strano, visto che il signor Palella venerdì 13 agosto si è presentato al Nasdaq a suonare la campanella per l’esordio di Helbiz al listino mostrando orgogliosamente il figlio di neppure due anni in primo piano di fronte alle telecamere…

Egregio direttore,

(...) L’articolo a firma del signor Federico Marconi riferisce una serie di circostanze gravemente diffamatorie e omette di considerarne altre estremamente rilevanti, con l’evidente risultato di associare, in maniera del tutto gratuita e pretestuosa, Salvatore Palella e il gruppo Helbiz alla criminalità organizzata. (...)

Nel secondo paragrafo dell’articolo (...) il giornalista ricostruisce in breve la storia del gruppo Witamine (...). Quello che omette di specificare con l’evidente scopo di suggerire un filo diretto tra la criminalità organizzata e Salvatore Palella, è che, nell’ambito del procedimento penale, il signor Salvatore Palella non ha mai rivestito la posizione di indagato, né è mai stato sentito quale persona informata sui fatti.

(...) Il giornalista riferisce che, al fine di fare pressione sull’imprenditore locale proprietario del marchio dell’Acireale Calcio (Santo Massimino), Salvatore Palella si sarebbe avvalso della caratura criminale di Vincenzo Ercolano, figlio del boss Pippo Ercolano «erede della famiglia Ercolano-Santapaola». Ciò che il signor Federico Marconi evita con cura di riferire è che quella vicenda ha avuto uno sviluppo processuale, e che il signor Salvatore Palella, proprio in relazione all’acquisto del marchio dell’Acireale Calcio, è stato ritenuto persona offesa di due episodi di tentata estorsione nel procedimento penale a carico, tra gli altri, di Santo Massimino, il proprietario del marchio dell’Acireale Calcio, e Vincenzo Ercolano. Per completezza si deve precisare che in data 5 ottobre 2018, all’esito del giudizio di primo grado, entrambi venivano assolti da tali accuse dal Tribunale di Catania. In relazione a tale articolo, in virtù delle gravissime espressioni di natura diffamatoria proferite, ho provveduto a depositare, in data odierna, atto di denuncia-querela.

Risponde Federico Marconi: Gentile avvocato, in nessun punto dell’articolo è stata associata la figura del suo assistito Palella e del gruppo Helbiz alla criminalità organizzata. Né è stato scritto che è stato coinvolto direttamente in inchieste giudiziarie. Sono riportate delle vicende, che hanno interessato la magistratura, in cui compare il suo nome. Trovo curioso che scriva di miei presunti «suggerimenti» di interpretazioni sul «filo diretto» tra Palella e la mafia: io ho semplicemente raccontato – come ho scritto – le «disavventure» italiane di un imprenditore che poi «è riuscito a rifarsi negli Stati Uniti».

Abbiamo riportato la vicenda della società Witamine, considerata dai pm nella disponibilità del clan Fidanzati, in tutte le sue fasi: sequestrata e dissequestrata in pochi giorni, come presente negli atti della magistratura. Chi legge può intendere chiaramente come è andata a finire la vicenda, per la società e per il suo proprietario Palella.

Riguardo la compravendita del marchio dell’Acireale, sono riportate le intercettazioni presenti negli atti giudiziari. È ancora in corso un procedimento sulla presunta estorsione che Palella sostiene di aver subito, che nel 2018 – come specifica lei stesso – ha visto l’assoluzione in primo grado dell’imprenditore Massimino e del boss Ercolano. I fatti raccontati sono ripresi dalla ricostruzione fatta dagli investigatori, che scrivono: «Inizialmente, è il Palella che ricorre ad Ercolano Vincenzo "che credeva essere un amico e che aveva un consolidato rapporto con suo padre... a cui spiegò – in un incontro che si tenne a Catania – tutta la situazione”».

 

© Riproduzione riservata