Mai come oggi il centrodestra è in difficoltà nel trovare candidati sindaco per le grandi città. A Milano, più o meno chiunque nell’intera buona borghesia cittadina ha avuto almeno cinque minuti in cui pensava che fosse arrivato il suo turno. Ma veti incrociati, le divisioni e la necessità di bilanciare la scelta del sindaco di una città con quelle di tutte le altre, fino ad ora hanno fatto cadere ogni proposta.

È in questo clima che sui giornali si è affacciata una nuova candidatura, sconosciuta al grande pubblico, come gran parte delle altre, ma forse più di loro degna di attenzione, se non per le sue qualità politiche intrinseche, almeno per la sua originalità. 

Il futurologo

Si tratta di Oscar Di Montigny, che proprio oggi dovrebbe incontrare il leader della Lega Matteo Salvini per la prima volta. Di Montigny ha 52 anni ed è un manager che si occupa di formazione e comunicazione nel gruppo bancario Mediolanum. È sposato con Sara, figlia del fondatore della banca, Ennio Doris, e ha cinque figli.

Questa, almeno, è la versione prosaica della sua biografia. Quella più interessante la si ricava dal suo sito Internet personale e dalle decine di suoi profili che si possono trovare online: «Esperto di Mega trends e Grandi Scenari», «ideatore e divulgatore dei principi della Economia 0.0 in cui coniuga business e management con filosofia, arte e scienza», «Keynote speaker appassionato e di forte impatto motivazionale», «Divulgatore dei principi dell’Economia Sferica, che supera quello di economia circolare», «Futurologo».

Oltre ad occuparsi del suo lavoro per l’azienda, Di Montigny è un oratore prolifico che ha tenuto centinaia di discorsi in tutta Italia. Ha scritto due libri e decine di articoli, realizzato un podcast e condotto un programma radio. Tutto per veicolare le sue idee sul futuro, su come la società dovrebbe organizzarsi, su cos’è e come si ottiene la felicità.

Superficialmente, Di Montigny potrebbe apparire come un guru del marketing, un esponente del settore, un tempo florido, dei discorsi motivazionali per aziende. Ma lui non è interessato solo a come vendere al meglio frigoriferi o assicurazioni. Ha anche alte ambizioni che si potrebbero definire “spirituali”.

«Un giorno del 1999, in un istante di consapevolezza, mi sono accorto – scrive nel suo sito – che poco restava dietro di me di ciò che credevo di essere stato fino ad allora». Da allora, prosegue, «ho quindi iniziato a cercare, a osservare, a studiare, a domandarmi, a riflettere sul fatto che non trovassi risposte alle mie domande che non fossero in realtà domande più grandi».

Economia 0.0

La filosofia che Di Montigny propone nei suoi liberi e nei suoi discorsi non è facile da descrivere, ma si può riassumere senza tradirla troppo come una sorta di capitalismo new age, in cui la celebrazione dello spirito imprenditoriale si affianca quella della trasformazione morale individuale e collettiva.

Il futuro, dice Di Montigny, è un capitalismo etico che se mirato al miglioramento del benessere collettivo migliora anche il capitalista. «Se tu domani fai i soldi in maniera buona, sana, giusta e onesta per quanto mi riguarda sei già nel futuro», dice nel breve video di presentazione sul suo sito.

Gli stessi temi si trovano nel suo primo libro, Il tempo dei nuovi eroi, un pastiche di biografia personale, semiotica e filosofia. L’obiettivo dichiarato del libro è dare una definizione di “Economia 0.0”. Ma ciò che resta al lettore sono probabilmente alcune espressioni criptiche dal sapore quasi iniziatico. Ad esempio: «L’economia 0.0 è capace di riconoscere nell’amore l’atto economico per eccellenza». Oppure: «Vivremo in eterno in quella parte di noi che abbiamo donato agli altri».

La galleria dei personaggi celebrati nel testo comprende Omero, il Dalai Lama, Gandhi e il suocero, Ennio Doris. Pubblicato da Mondadori, Il tempo dei nuovi eroi viene regolarmente definito un best seller.

La strana coppia

Quando l’ho conosciuto, alla fine dell’estate del 2017, Di Montigny stava riflettendo su come capitalizzare il successo del Tempo dei nuovi eroi (l’ho aiutato per breve tempo nella stesura del suo secondo libro, ma dopo qualche mese di collaborazione abbiamo abbandonato il progetto).

In una riunione con una dozzina di suoi amici e conoscenti, esperti di social e marketing e qualche giornalista, Di Montigny fece passare tra i presenti il suo piano: una mappa concettuale fitta di progetti che occupava un intero foglio A3 e al cui centro era scritto in caratteri maiuscoli: “Economia 0.0”.

Il più ambizioso di questi progetti era l’organizzazione di un concerto per la pace in Palestina. Il piano prevedeva due orchestre di ragazzi che partendo dai quartieri ebraici e musulmani di Gerusalemme si sarebbero incontrate nel giardino dei Getsemani dove avrebbero tenuto un concerto di fronte a personalità internazionali. Il progetto sembrava a buon punto, almeno stando a quanto raccontava Di Montigny. Poi non se ne fece più niente.  

Sarà un incontro interessante quello Di Montigny con Salvini. Difficile immaginare due personalità più differenti. Da un lato l’apparente buon senso contadino e la studiata rozzezza del leader della Lega, dall’altro la fioritura immaginifica ed emotiva del manager del marketing. 

Anche se in politica non si deve mai dire “mai”, non sembrano due personaggi fatti per andare d’accordo e chi fosse curioso di vedere cosa potrebbe produrre la loro alchimia durante una campagna elettorale, anche solo per curiosità antropologica, farà meglio a non trattenere il fiato nell’attesa di vederli insieme su un palco in piazza Duomo.

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