- Occorre tenere a mente l’intransigenza dogmatica di Ratzinger per comprendere il suo rapporto con le scienze, così essenziali al discorso teologico da essere menzionate nel suo testamento spirituale, diffuso poco dopo la sua morte.
- È questa intransigenza che ha alimentato il rapporto problematico fra la teologia di Benedetto XVI e il pluralismo scientifico, accusato di portare con sé una religione che negava la morale cristiana.
- L’apice delle frizioni col mondo scientifico era arrivato nel 2008 quando, in nome della laicità della scienza, i docenti e ricercatori del dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma avevano impedito la partecipazione di Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico.
«Dio è morto! E noi l’abbiamo ucciso!». Era il 2 maggio 2010 quando papa Benedetto XVI, meditando davanti alla Sindone di Torino, citva La gaia scienza di Nietzsche. Come già era accaduto nel controverso intervento all’università di Ratisbona nel 2006, anche in quell’occasione Ratzinger usava una citazione erudita, di certo non una fonte cristiana, per presentare la sua visione organica della fede. Il papa teologo vedeva nel mondo della tecnica una minaccia all’esistenza di Dio. «La creazione



