Fatti

Il depistaggio su Paolo Borsellino, una giustizia che non fa giustizia

  • La vicenda del procuratore di Palermo sembra la replica di tante altre storie politico criminali italiane. La strage di piazza Fontana a Milano, quella di piazza della Loggia a Brescia, l'attentato al Rapido 904, le bombe ai Georgofili di Firenze.
  • Grandi inchieste giudiziarie, processi infiniti, bis, ter, quater, grande rumore e poi niente, nulla, il vuoto. Per il caso Borsellino sono usciti dal reticolato delle accuse - il reato era di calunnia aggravata per avere favorito la mafia - anche i pesci piccoli, tre poliziotti.
  • Le ovvietà nei commenti: «Non c’è solo zampino di Cosa nostra», «L’agenda rossa non l’ha sottratta la mafia», le rivelazioni sui «soggetti terzi».

Ma quando è stata scritta questa sentenza sul “più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana”? Nel 2023 o nel 1993? Oggi o trent’anni fa? Sfogliando i giornali degli ultimi giorni sembra di rivedere gli stessi titoli di allora, lo stesso contenuto degli articoli, fra le righe si rintracciano gli stessi dubbi e gli stessi sospetti di sempre. Eppure di tempo ne è trascorso, e anche tanto. Ma la “verità”, parola grossa, su chi ha deviato le indagini sull’uccisione del procuratore Pa

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