La teologa Perroni: «Papa Francesco ha portato numerose aperture, ma si è bloccato di fronte al “femminismo”, con cui non ci sarà mai un armistizio». La sottosegretaria del Sinodo Becquart sul tema degli abusi: «Uomini e donne non hanno lo stesso sguardo, ma insieme abbiamo una visione più complessa per affrontarli»
Qual è oggi il ruolo istituzionale delle donne nella chiesa cattolica? È stato questo il tema al centro di “Santo Padre, Chiesa Madre”, un panel de “Il Domani delle donne”, la due giorni di dialoghi sul potere, la libertà e la rappresentazione femminile organizzata dal nostro giornale alla Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, a Roma.
Un incontro moderato da Maria Tornielli a cui hanno partecipato Suor Nathalie Becquart, prima donna ad avere diritto di voto nel Sinodo dopo la sua nomina a sottosegretaria il 6 febbraio 2021, e la teologa Marinella Perroni, docente di Nuovo Testamento presso il Pontificio Ateno Sant’Anselmo di Roma e autrice del libro Colloqui non più possibili, un dialogo sull’interpretazione queer della Bibbia con Michela Murgia.
Il ruolo della donna nella chiesa
Le posizioni di Becquart e Perroni si incrociano su un concetto chiave: i tempi di elaborazione dei cambiamenti culturali da parte di un’istituzione. Per suor Becquart «è possibile che per le giovani donne sia difficile combinare un’identità cattolica con la loro visione del mondo. Nessuno può crescere senza figure di riferimento. In tanti contesti nelle parrocchie ci sono tante donne, ma non hanno una forma di parola pubblica che danno la possibilità ai giovani di ripresentarsi».
Il problema, secondo la teologa Perroni, si può ritrovare con un’estrema sintesi storica nel fatto «nell’Ottocento la chiesa ha perso gli operai, nel Novecento poi i giovani e le donne».
Perroni si è formata proprio nel periodo di maggior fermento rivoluzionario dei movimenti giovanili. «Agli inizi degli anni Settanta tutti dovevamo fare qualcosa per il mondo». E così Perroni ha trovato il suo strumento: «Sono diventata femminista grazie alla teologia, una femminista credente». «In quegli anni non ci sono state aperture al femminismo», è il suo parere.
Il rapporto tra chiesa e movimento femminista
Per Perroni, «papa Francesco ha portato numerose aperture, ma si è sempre bloccato di fronte alla parola femminismo, questo per una forma di rifiuto di tutti gli -ismi, in quanto ideologie». Per Perroni, la struttura ecclesiastica ha paura di far entrare a San Pietro nuove ideologie. «Non ci sarà mai un tavolo dove si firmerà un armistizio tra chiesa cattolica e femminismo», ha continuato Perroni, «ma di fatto io credo che la ricezione per tanti canali e in tanti modi qualche frutto lo abbia dato e lo stia dando».
Suor Becquart ha sottolineato invece un aspetto: «Credo che quando si parla di questo tema bisogna sempre notare che la chiesa vive nel mondo, non vive nel cielo La chiesa vive nella società, per cui la dimensione culturale è sempre molto forte: io l’ho sperimentato, i rapporti tra donne e uomini nella società e nella chiesa sono diversi tra Francia e Italia. Ancora di più quando vado in altre società, ancora molto patriarcali, in cui non c’è ancora l’idea dell’uguaglianza tra uomini e donne». «Le cose non cambiano con documenti, o percorsi, cambiano con l’esperienza», ha continuato, «ma – e papa Leone ha ricordato questo – dobbiamo tutti insieme vedere come trasformare le culture: non possiamo pensare al femminismo in una maniera teoretica, senza la realtà delle culture».
«Con il Sinodo dei giovani la chiesa ha fatto un percorso di ascolto dei giovani e uno dei temi che stava a loro più a cuore era quello delle donne e quindi con quel Sinodo sono stati fatti dei passi avanti e per la prima volta la chiesa ha iniziato a parlare di reciprocità tra donne e uomini, non solamente di complementarietà», ha aggiunto, citando poi l’esortazione Christus vivit di papa Francesco in cui si sottolinea l’importanza di contrastare le disuguaglianze. «Non possiamo parlare del femminismo come un unico approccio», ha detto. «È un dialogo che si fa poco a poco, che dipende dagli ambienti e dalle culture, ma dobbiamo continuare questo cammino con discernimento».
Il tema degli abusi
Un altro tema affrontato è quello degli abusi sessuali commessi da sacerdoti. La presenza maggiore della donna negli spazi ecclesiastici può incidere positivamente sul contrasto a questi fenomeni?
Per suor Becquart, papa Francesco ha parlato in generale del fatto che «quando ci sono donne e uomini nella leadership le decisioni sono migliori». Anche nel bisogno di riconoscere gli abusi e contrastarli. «Uomini e donne non hanno lo stesso sguardo, ma quando siamo insieme abbiamo una visione più complessa».
Per Perroni, invece, la chiesa deve rivedere sé stessa su due temi nodali: sessualità e potere. Solo dopo sarà capace di contrastare adeguatamente la piaga degli abusi sessuali.
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