L’Unar di palazzo Chigi è ormai una scatola vuota. Riceve fondi Ue ma è sempre stata osteggiato dalla destra. Meloni voleva eliminarlo già anni fa. A capo c’è un renziano che ha scelto l’immobilismo come difesa personale
C’era una volta l’Unar, l’ufficio antidiscriminazioni interno al dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio. Un organismo nazionale, istituito in attuazione di una direttiva europea, «autonomo e indipendente». Un lavoro decennale alle spalle contro tutte le discriminazioni, incluse quelle omotransfobiche. C’è ancora, in teoria. Tuttavia, da quando è presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel 2017 chiese l’immediata chiusura tramite un’interrogazione parlamentare, lavora u



