A Reggio Calabria votavano tutti. I morti, gli anziani costretti a letto, e pure una signora che da anni aveva cambiato continente. Si recavano al seggio, votavano, ma a loro totale insaputa. A infilare la scheda nell’urna erano altri soggetti anelli della catena dei duplicati delle tessere elettorali, l’essenza del “sistema” elaborato dal giovane consigliere comunale dl Pd, Antonino Castorina.

La storia, che ha portato agli arresti domiciliari il consigliere e un presidente di seggio, inizia a settembre davanti a un seggio elettorale. Qui gli agenti della Digos notano un giovane con in mano una busta bianca. Lo fermano, aprono il plico e dentro trovano decine di duplicati di tessere elettorali. Da quel momento inizia l’inchiesta coordinata dalla procura della repubblica, che scopre l’esistenza di «un vero e proprio sistema diffuso di alterazione del voto». Il consigliere Castorina , secondo la procura, sarebbe «l’istigatore, il determinatore, e il beneficiario ultimo» del grande broglio.

Parola d’ordine: votare

Non si tratta di un episodio «estemporaneo», chiarisce il capo della procura Giovanni Bombardieri, «siamo solo al primo step dell’inchiesta, tanto materiale sta per essere acquisito». E ci saranno altri indagati, nuove rotelline del “sistema” che produceva voti fantasma. Castorina è un politico rampante, alle scorse elezioni comunali è alla sua seconda esperienza. E’ stato capogruppo del Pd, e siede nella direzione nazionale del partito di Zingaretti. Alla seconda candidatura porta a casa 1500 voti e conquista la medaglia di consigliere comunale più votato. Si muove al primo turno, dove le cose per il centrosinistra e per il candidato sindaco Giuseppe Falcomatà non vanno proprio alla grande.

Il sindaco uscente vince, ma con solo il 37,2 per cento dei voti, seguito a ruota da Antonino Minicucci, il candidato del centrodestra, che lo tallona col 33,7 per cento. La parola d’ordine è fare voti, non regalare la città alla destra. Castorina, sempre secondo lo schema della procura, un suo metodo lo aveva trovato. E si fondava su due pilastri. Il primo riguardava la nomina di presidenti di seggio “amici”, il secondo faceva riferimento all’incetta delle tessere elettorali. Alle ultime comunali nella città di Reggio le richieste di duplicati per tessere smarrite o usurate, sono state 2311 nella sede centrale del Comune, 980 negli uffici distaccati, 283 “moduli”, sottolineano gli investigatori, facevano riferimento al consigliere Castorina. Ovviamente, le tessere duplicate erano di elettori che votavano nei seggi i cui presidenti “erano stati nominati o erano riconducibili al consigliere comunale”. Gli investigatori ne calcolano 41.

Elettori resuscitati

Centinaia, invece, gli elettori a loro insaputa coinvolti. Anziani, anche novantenni, malati di Alzheimer, morti. Almeno quattro. Una signora quasi novantenne passa a miglior vita il 10 settembre 2020, due giorni dopo qualcuno richiede il duplicato della sua tessera elettorale (naturalmente esibendo una delega firmata dalla scomparsa), il giorno del voto la signora “resuscita” e infila la scheda nell’urna.

Stesso miracolo per un’altra donna che muore il12 settembre, il 19 viene rilasciato un duplicato a suo nome, e pure lei ritorna in terra e vota. Ma non è l’unica anomalia. Gli agenti della Digos hanno interrogato un centinaio di anziani, ricevendo sempre le stessi risposte: non ho mai chiesto il duplicato della tessera elettorale, né delegato nessuno al ritiro in mio nome, non sono mai andato al seggio.

Un gioco perverso, una catena di imbrogli e di voti truccati. A sconcertare gli inquirenti sono le modalità di voto , l’elettore non veniva identificato mostrando un documento di identità, ma “per conoscenza personale” dei presidenti di seggio. L’inchiesta continua e promette altre sorprese. Un “meccanismo del genere”, commenta un investigatore, «non lo metti in piedi senza complicità eccellenti nella macchina comunale». Il sindaco Giuseppe Falcomatà respinge ogni tentativo di far cadere sulla sua amministrazione ogni responsabilità, si augura che «sia fatta piena luce», annuncia che “Castorina sarà sospeso dal Consiglio comunale e dovrà lasciare ogni altra attività”, ma il colpo per il Pd e per il centrosinistra è forte.

In Calabria, a meno di ripensamenti per l’emergenza Covid, a febbraio si dovrà votare per l’elezione del Presidente e del nuovo consiglio regionale. Il centrosinistra sta tentando di proporre ai calabresi l’alleanza delle forze che compongono il governo nazionale, con l’aggiunta di liste civiche. Circolano già dei nomi di possibili candidati, ma il nodo al centro della discussione, posto già in un documento firmato da 140 personalità della cultura, dell’imprenditoria e dell’associazionismo, è quello del rinnovamento radicale di liste e programmi.

Storie e volti nuovi anche nel Pd, un partito che in Calabria è diviso in gruppi di potere spesso in contrasto tra di loro. Piccoli e grandi “cacicchi” che non hanno mai rappresentato una alternativa vera al centrodestra. Il caso Reggio lo dimostra.

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